B al sabato, sindaci in rivolta

I primi cittadini: «Non daremo gli stadi». Galliani: «Scelta obbligata, la serie cadetta rischiava di sparire»

Gian Piero Scevola

Tutto confermato: la serie B giocherà, come già deciso, di sabato pomeriggio alle 15, con un anticipo il venerdì sera e un posticipo il lunedì sera. Una decisione che ha fatto scattare immediata e prevista la rivolta dei sindaci di tante città che avevano dato mandato al primo cittadino di Piacenza, Roberto Reggi, responsabile del «Coordinamento dei sindaci», per convincere la Lega a spostare alla domenica o al sabato sera le gare dei cadetti. «Non è una sfida ai sindaci», ha precisato il presidente della Lega, Adriano Galliani. «È stata una decisione dettata dalla necessità di valorizzare il prodotto-calcio di serie B. Se non avessimo smarcato la B dalla A, avremmo condannato i 22 club di B a scomparire».
Una decisione niente affatto sofferta (solo Piacenza, Atalanta e Cesena hanno votato contro, mentre Verona e Bologna si sono astenute), perché le società hanno subito accettato le offerte Rai di 8 milioni per gli highlights tv (e la Rai farà un «90° minuto» al sabato per la B) e di 500mila euro per le dirette radiofoniche. Inoltre i club si sono accordati per indire un bando per la vendita collettiva di una parte dei diritti tv individuali. «Abbiamo ottimizzato i ricavi televisivi», ha riconosciuto Galliani. «Ora resta da trovare una soluzione su due questioni: se ci saranno una o due leghe e quanti soldi andranno ai due campionati di A e B. Anche perché gli stadi sono patrimonio della collettività e non una proprietà privata dei sindaci».
Intanto i sindaci di Piacenza, Verona, Modena, Catania, Bologna, Cesena, Trieste hanno già annunciato che non concederanno lo stadio della propria città per le partite del sabato, spesso concomitanti con altri avvenimenti, come il mercato a Verona, o fiere e mostre. Ma anche perché la B di sabato va a penalizzare tanti altri sport minori (anche il calcio giovanile) che proprio nel sabato avevano trovato sfogo e lo spazio per emergere e crescere. «È una decisione insensata che danneggia la città e condiziona pesantemente le attività degli sport minori che vengono sacrificati sull’altare del calcio e dei diritti televisivi», il commento del bolognese Sergio Cofferati.

«Parlando al telefono con Antonio Matarrese avevo capito che non ci sarebbe stato niente da fare», afferma il piacentino Roberto Reggi. «Vorrà dire che giocheranno in altri stadi. Tutti noi sindaci combatteremo questa decisione con tutti gli strumenti a nostra disposizione».

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