Al numero 12 di Ivana Fedorova a Kiev sorge una palazzina di 6 piani. Su ciascun livello si trovano le ambasciate di Albania, Argentina, Autorità Palestinese, Macedonia del Nord, Portogallo e Montenegro. Ieri l'edificio è diventato il tiro al bersaglio dei missili russi. La capitale ucraina è stata attaccata da ordigni balistici Kinzhal e Iskander, intercettati dalla contraerea, ma micidiali nei loro frammenti infuocati che sono caduti in cinque distretti, generando incendi. Anche Kherson è finita sotto massicci bombardamenti d'artiglieria. I morti accertati sono 2, 13 i feriti. Le infrastrutture critiche sono state danneggiate e la luce è scomparsa in alcune zone di Kiev. Nel raid colpita anche la chiesa cattolica di San Nicola, la seconda più antica della capitale. Le finestre della facciata sono andate in frantumi e il centro commerciale situato di fronte all'edificio religioso è tutt'ora impraticabile. I governi di Lisbona, Tirana e Buenos Aires hanno condannato l'assalto: «È assolutamente inaccettabile che vengano prese di mira le sedi diplomatiche», ha dichiarato il ministro degli Esteri portoghese Rangel. Duro il commento dell'alto rappresentante Ue Kallas: «Questo è un altro gesto barbaro della Russia contro obiettivi civili. Mosca non dimostra alcuna volontà di pace», messaggio rimarcato anche dalla von der Leyen e dalla Nato. Le forze armate russe sostengono di aver ordinato il raid come risposta al bombardamento ucraino con missili americani Atacms e britannici Storm Shadow su una fabbrica chimica nella regione di Rostov. Il comandante in capo Gerasimov ha spiegato che i missili «hanno colpito un centro di comando dei sevizi di sicurezza ucraini, un ufficio di progettazione di missili e posizioni dei sistemi di difesa aerea Patriot».
L'attacco è avvenuto a poche ore dal discorso di Putin, nel quale aveva respinto l'idea di tregua. Fonti del Financial Times fanno tra l'altro sapere che Trump intenderebbe continuare a fornire assistenza militare a Zelensky prima di aprire ai negoziati. Il tycoon però dice «no» a Kiev nella Nato, mentre il futuro rappresentante speciale per Russia e Ucraina, Keith Kellogg, prevede di visitarla a breve. L'amministrazione Biden nel frattempo si prepara ad annunciare il pacchetto finale di aiuti militari da 1,2 miliardi di dollari.
In attesa di sviluppi, Putin, che potrebbe ricevere il cancelliere tedesco Scholz a inizio anno (Peskov smentisce) pompa sempre più denaro nell'economia di guerra. Lo zar di Mosca ha costretto ieri la governatrice dalla Banca di Russia Elvira Nabiullina a far marcia indietro sul ventilato aumento dei tassi d'interesse. Le intimidazioni contro la governatrice sarebbero arrivate anche da tre oligarchi: Sergei Chemezov di Rostec, l'azienda che fornisce all'esercito l'80% delle armi usate in Ucraina, Alexei Mordashov di Severstal (acciaio) e Oleg Deripaska di Basic Element (alluminio).
Sul campo di battaglia, sei persone, tra cui un bambino, sono state uccise in un attacco missilistico ucraino contro la città di Rylsk, nella regione russa di Kursk.
Bombe avrebbero anche sfiorato la centrale nucleare di Kurchatov. L'esercito di Kiev ha comunicato di essersi ritirato dalle aree a sud di Kurakhove (Donetsk), per evitare di essere accerchiato dall'avanzata delle forze russe.
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