Qualche anno fa scrisse su Oggi ,
che bisogna «disboscare il sistema previdenziale di tutte le rendite
parassitarie e esagerate ». E chissà se fra le rendite parassitarie
ed esagerate considerava anche quella di chi va in pensione a solo 44
anni, prende circa 2mila euro al mese e poi cumula quell’assegno con uno stipendio da parlamentare. Perché se fosse
così Antonio Di Pietro,l’eroe di Mani pulite, il moralizzatore
d’Italia,l’uomo che tuona contro ogni privilegio, dovrebbe cominciare a
disboscare la sua, di rendita. In effetti: che c’azzecca ,
per dirla in diepietrese, un 44enne con la pensione? Eppure eccolo
lì: 1 settembre 1995, decorrenza originaria, numero iscrizione 03167...,
codice fiscale DPTNTN50etc, il cedolino «in carico alla provincia di
Bergamo » che ogni mese fa transitare sul conto corrente
dell’onorevole Di Pietro la pensione da magistrato: 2.644,57 euro
lordi al mese, 1956 euro netti. Che forse non saranno molti, ma sono
sempre quasi cinque volte più della minima. E che si vanno a cumulare
senza alcuna decurtazione al ricco stipendio da parlamentare. Non male
per chi passa le sue giornate a tuonare contro i privilegi altrui, non è vero?
La coerenza per l’uomo venuto da Montenero di Bisaccia è sempre stato
un optional, un po’ come la grammatica.E così succede che l’uomo che
tuona contro le rendite della casta, il moralizzatore d’Italia,il
censore di ogni malcostume, ebbene, proprio lui, è andato in
pensione a 44 anni. E oggi, che è appena sessantenne, può vantarsi (
ah, la moralizzazione!) di ricevere un vitalizio previdenziale dal
1995, cioè da 15 anni, cioè da quando c’era ancora la Jugoslavia e Toto
Cutugno a Sanremo cantava «Voglio andare a vivere in campagna».
Se la sua esistenza dovesse durare quanto quella media di un italiano
(lunga vita!), finirà per incassare il vitalizio almeno per altri 20
anni. E dunque è evidente che il magistrato Di Pietro ha versato
all’ente previdenziale solo una minima parte di quello che il
pensionato Di Pietro dall’ente previdenziale ha preso e prenderà. È
così che nascono i buchi nei conti, ma che importa? «Tanto alla fine è
sempre il cittadino che paga ». Lo sapete di chi sono queste parole?
Di Tonino, naturalmente. Un moralizzatore baby pensionato. Un uomo
sempre molto attento ai valori. Così attento che ha cominciato a incassarli già a 44 anni...
La moglie di Bossi? In pensione a 39 anni.
Del resto quello dei baby pensionati in Italia è un vero esercito,
all’interno del quale si nascondono molte sorprese. Per esempio Manuela
Marrone, la moglie di Bossi, che oggi ha 57 anni, prende la pensione
dal 1º settembre 1992, cioè da quando ne aveva 39. L’assegno non è molto
sostanzioso (766,37 euro), ma lo riceve regolarmente da 18 anni e
mezzo: non male per la compagna di vita dell’uomo che ha dichiarato
guerra a tutti gli sprechi, no?
Il banchiere d’oro:in pensione a 44 anni (prende 18mila euro).
Assai più ricco l’assegno del professor Rainer Stefano Masera, oggi
preside della facoltà di economia dell’Università Marconi di Roma. Nel
’95 come ministro del Bilancio nel governo Dini, quello del
ribaltone, partecipò alla riforma che ha reso più severe le norme per i
pensionati: severità di cui, per altro, non si trova traccia
nell’assegno che l’Inps versa ogni mese al super baby pensionato Masera:
18.413 euro lordi al mese. Ma il fatto singolare è che il professor
Masera, che oggi ha 66 anni, prende il vitalizio da quando ne aveva
44,cioè da 22 anni:correva l’anno 1988, il Muro di Berlino era ancora
in piedi, Massimo Ranieri vinceva il festival di Sanremo. E Masera,
dal canto suo, lasciava la Banca d’Italia per assumere una serie
infinita di altri incarichi privati e pubblici (ministero compreso).
Del resto uno che ha 44 anni può mica fare il pensionato anche se ha
una pensione che arriva a 18mila euro al mese?
Marrazzo in pensione a 52 anni.
Deve accontentarsi di una cifra inferiore, invece Piero Marrazzo: solo
2000 euro al mese. Che ci volete fare? Troppo breve la sua permanenza
in Regione, causa transessuali e cocaina. Ricordate? Dopo le
dimissioni da governatore, Marrazzo è tornato a fare quello che
faceva prima di diventare governatore del Lazio: il giornalista in
Rai. Ma appena timbrato il cartellino di viale Mazzini, come altri
trenta ex consiglieri laziali, ha presentato apposita domanda per
ottenere il vitalizio che gli spetta per legge. Si badi bene: Marrazzo
ha appena 52 anni.
I baby pensionati Fabio Granata e Leoluca Orlando. Ancor meglio è riuscito a fare la
nuova stella del moralismo un tanto al chilo, il pasdaran dei finiani
Fabio Granata, l’uomo che sventola la bandiera del futuro ma nel
frattempo si crogiola nei privilegi del passato: infatti è stato uno degli ultimi politici viventi a poter andare in pensione a 50 anni.
E che ha subito unito il baby vitalizio (8.000 euro) al maxistipendio da onorevole,
oltre che a qualche altro gettone, come quello di vicepresidente di
un ente regionale ( Cinesicilia srl). Fabio Granata, come l’ex
sindaco di Palermo, esponente di spicco dell’Idv, Leoluca Orlando,
figura nell’elenco di 13 fortunati, ex consiglieri regionali che
sommano la pensione da ex consiglieri regionali all’indennità
parlamentare, un privilegio che non è previsto in nessun altro posto
del mondo e che ha suscitato l’indignazione anche del medesimo
presidente dell’Assemblea siciliana, Francesco Cascio: «Come
possiamo chiedere sacrifici ai cittadini se poi lasciamo passare simili
sciali?»,si è chiesto.Nessuna risposta, naturalmente.
Frisullo e i baby pensionati pugliesi.
Vi ricordate Sandro Frisullo, l’ex vicepresidente della Regione Puglia
indagato e arrestato nello scandalo della sanità? Ebbene: riceve
regolarmente la baby pensione. A 55 anni prende 10.071 euro lordi al
mese (circa 7mila netti) e li prenderà per il resto della sua vita in
virtù di 15 anni passati in Regione. Quindici anni di contributi,
10mila euro al mese: non male no? Sono 19 i consiglieri pugliesi che
dopo le elezioni regionali della primavera 2010 hanno usufruito della
via agevolata alla previdenza: ebbene solo 3 di loro hanno 65 anni, 9
ne hanno meno di 59, uno addirittura ne ha 52. Gli assegni vanno dai
4mila ai 10mila euro al mese. Nel luglio 2010 la Regione Puglia, fra
l’altro, ha aumentato i vitalizi a tutti gli ex consiglieri a riposo
(152): la spesa è stata piuttosto rilevante, 2 milioni e 600mila euro.
Ed è stata finanziata tagliando i soldi destinati agli studenti.
A 47 anni con 10.980 euro al mese.
A volte si pensa che le baby pensioni d’oro siano un retaggio del
passato. O che riguardino solo gli onorevoli. Macché: nel luglio
2009 il funzionario della Regione Sicilia, Pier Carmelo Russo, è
andato in pensione con un assegno mensile pari a 10.980 euro lordi,
pari a 6.462 netti. Questo accade in virtù di una legge siciliana per
cui con appena 25 anni di contributi (uomini) o 20 (donne) si può
avere diritto al vitalizio, se si ha un malato da accudire. E chi
non ha un padre che dev’essere accompagnato in ospedale? Chi non ha una
zia che necessita assistenza? In effetti: fra il 2003 e il 2010 le
baby pensioni concesse grazie a questa leggina sono state oltre
mille. Età media delle persone a riposo: 53 anni. Chi non aveva un
malato a disposizione,se l’è inventato come una donna geniale che si è
fatta adottare da un’anziana non autosufficiente. E così zac, appena
adottata, ha presentato richiesta per andare in pensione. Esattamente
come ha fatto il 47enne funzionario Pier Carmelo Russo: «Devo
accudire mio padre», ha dichiarato con una lettera strappalacrime.
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