Badanti, dal Giappone arriveranno presto quelle hi-tech

Il National Institute of Advanced Industrial Science and Technology nipponico ha già investito due milioni per creare un robot in grado di imboccare, lavare e far prendere le medicine agli anziani.

La storia raccontata lo scorso anno al cinema da «Pranzo di Ferragosto», di nuovo attualissima in questi giorni, è probabilmente destinata a finire tra i ricordi di un tempo lontano in un futuro abbastanza prossimo. L'uomo di mezza età che si trova suo malgrado ad accudire la madre ed altre anziane nell'estate assolata e deserta della città potrebbe essere sostituito da badanti-robot il cui unico neo, per ora, è proprio la mancanza di quella tenerezza che avvolge invece la vicenda cinematografica. Battistrada della nuova possibile era il Giappone, dove non a caso si concentra il 70% della produzione mondiale di robot, ed esistono già prototipi in grado di imboccare, lavare e far prendere le medicine agli anziani. Con la popolazione che invecchia e l'irrompere di un business per l'assistenza stimato in 10 miliardi di dollari, non sorprende che il National Institute of Advanced Industrial Science and Technology nipponico ne abbia investiti due milioni per creare un robot con le fattezze della donna giapponese media. In veste di modella, il congegno siglato HRP-4C ha già camminato sulle passerelle del pret-a-porter, ma poi dovrebbe divenire badante, volano del nuovo gigantesco giro d'affari. Capelli a caschetto, taglia minuta ma proporzionata (158 centimetri per 43 chilogrammi), al robot-modella giapponese dovrà essere ora però regalata una mente elettronica, capace di scelte nelle situazioni ambientali più diverse. E lì, a livello di software avanzati, si gioca una partita importante tra il sistema «Robotics» della Microsoft e quello «Open Source» targato Linux. Ben diversa la ricerca che si sta compiendo a livello europeo, dove il futuro badante elettronico, più che la figura della giovane ragazza attraente, incarna quella del fidato maggiordomo. Lo scorso anno la Commissione europea ha stanziato 600 milioni di euro per un programma di ricerca che dovrà portare alla produzione di robot in grado di assistere la fetta di popolazione oltre i 65 anni, che nel 2020 costituirà il 25% degli abitanti del Vecchio Continente. Per ora ne ha tratto vantaggio la domotica, scienza che applica l'intelligenza artificiale alle necessità domestiche, e che ha già prodotto MobilAlarm e I2Home, due dispositivi per chiamate d'emergenza e per la gestione degli apparati elettronici tramite telecomando.

Su un futuro da fantascienza, con tante possibili badanti clonate, si interroga una nuova disciplina, la roboetica, concordando sul punto fermo che le nuove macchine intelligenti debbano essere compagne degli umani, come nella teoria di Isaac Asimov, e non mostri partoriti da un moderno dottor Frankestein.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica