Roma - C’è stata "una lettura parziale e non di
rado francamente scorretta" di alcuni interventi del Papa, che "induce a domandarsi se in alcune componenti della cultura e dei
mezzi di informazione non si stia facendo strada un
anticlericalismo interessato a nascondere il vero volto della
Chiesa e a distorcere il significato del suo messaggio". A
denunciare l’atteggiamento è il cardinale Angelo Bagnasco,
presidente della Cei, intervenuto all’Assemblea plenaria
dell’episcopato europeo in corso a Parigi.
Soprattutto sulle questioni etiche, sostiene Bagnasco, la Chiesa
viene dipinta come "nemica dell'uomo e indifferente ai suoi
bisogni, oscurantista e contraria alla razionalità scientifica".
"Esprimere liberamente la propria fede" "Si vorrebbe forse da parte di taluni ambienti - ragiona ancora
Bagnasco - una Chiesa o supinamente allineata sull`opinione che
si autoproclama prevalente e progressista, o semplicemente muta.
Le linee di demarcazione chiare, che impongono scelte a volte
laceranti per le coscienze e quasi sempre non facili, non sono
certamente in sintonia con un mondo dove la relatività (o il
relativismo) dell`etica e della morale sottrae la scelta alla
coscienza per consegnarla in un limbo dove tutto è al di là del
bene e del male".
E la Chiesa "non può venire meno alla propria missione",
rivendica il numero uno della Cei. "Esprimere liberamente la
propria fede, partecipare in nome del Vangelo al dibattito
pubblico, portare serenamente il proprio contributo nella
formazione degli orientamenti politico-legislativi accettando
sempre le decisioni prese dalla maggioranza non può essere
scambiato per una minaccia alla laicità dello Stato", mette in
chiaro Bagnasco.
"La Chiesa non vuole imporre la sua morale" "La Chiesa - insiste Bagnasco - non vuole
imporre a nessuno la propria morale "religiosa": enuncia da
sempre e non può non enunciare - insieme a principi tipicamente
religiosi - i valori fondamentali che definiscono la persona e ne
garantiscono la dignità, senza alimentare polemiche ma
privilegiando sempre il metodo del confronto sereno e costruttivo
e la ricerca del bene comune".
L'appello ai media Il numero uno dei vescovi rivolge quindi un appello ai media: "Si
può auspicare che nell`esercizio di un compito così delicato
prevalgano sempre le ragioni e i criteri di una responsabilità
deontologica che, se non esclude la possibilità di critiche
fondate e costruttive, tuttavia trova la propria ultima verifica
nella capacità di contribuire alla conoscenza e alla ricerca
della verità".
Bagnasco cita alcune polemiche recenti sollevate proprio da
questa "deriva mediatica": da quelle seguite al celebre discorso
di Ratisbona, al Motu proprio che consente l`uso della liturgia
preconciliare, o alla remissione della scomunica ai quattro
vescovi lefebvriani, o ancora alle considerazioni sui limiti
dell`uso dei preservativi svolte nel corso del viaggio in Africa.
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