Manama - I ribelli si erano accampati in una tendopoli di fortuna, nella capitale. Chiedevano lavoro e libertà nel Bahrein, sperando di fare breccia, tra il popolo, con gli stessi slogan che, in Tunisia e in Egitto, avevano prodotto un grande scossone politico, con la caduta di Ben Ali e Mubarak. Le autorità hanno cercato di tenere a bada la protesta, facendo di tutto per impedirne l'espansione. Poi, però, la situazione è precipitata e, prima dell'alba, le forze di sicurezza hanno sferrato l'attacco. Sul campo sono rimasti almeno cinque corpi senza vita. Oltre duecento i feriti. Intanto dagli Stati Uniti arriva un "appello alla calma".
La protesta I dimostranti si erano riuniti nel centro della capitale Manama da martedì, protestando contro il regime assolutistico del piccolo emirato insulare, e contro la concentrazione del potere nelle mani dell’elite sunnita a danno della maggioranza sciita. Oggi, dopo l'attacco, le forze di opposizione tornano a chiederele dimissioni del governo. Lo ha detto alla France Presse il leader del movimento sciita al Wefaq, sheikh Ali Salman. In precedenza il blocco dell’opposizione sciita aveva annunciato che si appresta ad uscire dal parlamento del Bahrein.
L'attacco In tre giorni il numero complessivo delle persone uccise è salito a sette. I feriti di oggi, a seconda delle versioni, sono da un minimo di 95 a oltre cento. Dopo tre ore dall’attacco, ambulanze e veicoli privati facevano ancora la spola per trasportare le vittime negli ospedali. Masqati ha denunciato che gli agenti in assetto anti-sommossa, nell’intento di disperdere i manifestanti, in un primo momento si sono limitati a ricorrere al gas lacrimogeno, poi ai proiettili in gomma, ma alla fine hanno esploso vere pallottole. I contestatori si sono dati alla fuga, inseguiti dai poliziotti, che hanno poi chiuso tutti gli accessi a piazza della Perla, teatro del blitz.
Le truppe In tutta la città sono state dispiegate truppe armate fino ai denti, mentre unità speciali delle forze dell’ordine erigevano posti di blocco lungo le strade principali, mandando il traffico in tilt. Non meno di una cinquantina, tra carri armati e autoblindo, i mezzi corazzati schierati dall’Esercito, mentre in cielo s’incrociavano gli elicotteri militari di pattuglia. In piazza della Perla, che la folla ambiva a trasformare nella versione locale di piazza Tahrir al Cairo, le ruspe hanno spazzato via le tende lasciate dai contestatori, mentre camion-rimorchio ne asportavano le auto con cui avevano tentato di formare barricate difensive.
L'Ue: dialogate coi manifestanti L’Unione europea ha esortato le autorità dello Yemen e del Bahrein, Paesi colpiti da movimenti di contestazione contro i regimi della regione, a dialogare con i manifestanti e ad astenersi dal ricorrere alla violenza. In un comunicato il capo della diplomazia europea Catherine Ashton si è detta "molto preoccupata dagli eventi che si sono verificati nella notte tra mercoledì e giovedì" a Manama. "Deplora le morti e le violenze e chiede alle autorità del Bahrein di rispettare e proteggere i diritti fondamentali dei loro cittadini, compreso il diritto di radunarsi pacificamente", ha aggiunto il comunicato del suo portavoce. Quattro persone sono state uccise e decine di altre ferite nell’attacco sferrato dalle forze di sicurezza del Bahrein nella notte tra mercoledì e giovedì contro i manifestanti accampati nel centro di Manama. "Le preoccupazioni espresse in modo pacifico dalla gente devono essere affrontati con il dialogo".
Gli Usa: appello alla calma Il Pentagono ha fatto sapere che segue da vicino gli sviluppi in Bahrein, "alleato di lunga data e sede della Quinta Flotta della Marina Usa", e ha rivolto un appello alla calma. "Il Bahrein è un partner importante e il dipartimento sta seguendo da vicino gli accadimenti", ha aggiunto il portavoce, colonnello Dave Lapan. "Facciamo anche appello a tutte le parti ad esercitare la calma ed evitare la violenza".
L'ambasciatore italiano Secondo l’ambasciatore d’Italia in Bahrein, Enrico Padula, la situazione nel piccolo emirato "peggiorerà nelle prossime 48 ore", e "almeno nei prossimi due giorni i disordini continueranno". Quanto a quello che potrà accadere in seguito, "dipenderà dal comportamento dei vari attori, governo, famiglia reale, dalle opposizioni", ha spiegato il diplomatico, intervistato dal sito on-line CNR media, precisando inoltre che nel Paese esistono "un’opposizione più radicale, che ha guidato la protesta, e una più moderata". "Non ho difficoltà ad ammettere che è stata usata una mano eccessivamente pesante da parte delle autorità", ha sottolineato.
In Bahrein, ha proseguito l’ambasciatore, "ci sono circa trecento italiani per i quali non abbiamo in questo momento particolare timore, siamo in contatto con tutti, li teniamo aggiornati sugli eventi, diamo indicazione su dove andare, sulle zone dove potrebbero esserci le manifestazioni", e quindi da evitare. "Io mi auguro però che gli eventi non degenerino oltre quello che è già successo", ha concluso Padula.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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