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Balotelli: "Non sono un bad boy Io al City perché c'è Mancini"

SuperMario a Manchester: "In Italia dicono che sono un ragazzaccio, ma sono solo un po' vivace". Poi sulla sua scelta: "Ho deciso dopo Inter-Barça, sono venuto qui per il mister"

Balotelli: "Non sono un bad boy 
Io al City perché c'è Mancini"

Manchester - "Era da tempo che volevo venire a Manchester, mi dispiace lasciare l’Italia, ma per il calcio sono contentissimo di venire qui". Queste le prime parole di Mario Balotelli nella conferenza stampa di presentazione tenuta oggi nella sede del Manchester City, il nuovo club del ventenne. "Mi dispiace lasciare l’Italia perché ho la famiglia e gli amici" spiega Balotelli in italiano in risposta a una domanda su quanto scritto da lui stesso nei giorni scorsi sul suo sito. Aggiunge però che, calcisticamente parlando, è felice di arrivare in Inghilterra. "Non sono un 'bad boy', in Italia dicono che sono un ragazzaccio, ma sono un ragazzo normale, molto vivace", sottolinea SuperMario, che esattamente una settimana fa ha debuttato con la Nazionale azzurra, nell’amichevole con la Costa d’Avorio a Londra. L’ex bomber nerazzurro ha scelto il City per Mancini: "Se non ci fosse stato il mister non penso che adesso sarei qua" ammette. "Mancini mi ha lanciato nel calcio, mi ha dato fiducia e io devo ricambiarla. In Premier posso trovarmi bene, per un attaccante è più facile giocare qui che in Italia dove c’è molta più tattica".

La scelta dopo Inter-Barcellona Balotelli ha deciso di lasciare l’Italia "dopo Inter-Barcellona". È lo stesso attaccante del Manchester City a fissare il momento in cui ha capito che la situazione per lui era diventata troppo pesante. "Da quella partita in poi - spiega Balotelli che al termine di Inter-Barça lanciò la maglia in campo - sono state scritte pagine intere su di me, su ogni giornale e ogni giorno, era diventato difficile vivere a Milano e ho preferito andare via. Non ho avuto problemi con la squadra, con quasi tutti i compagni le cose andavano bene, mi hanno voluto bene". Ha detto che aveva richieste all’estero e in Italia ("Non dico quale squadra perché non voglio fare casini") e tornando a parlare del rapporto con i suoi compagni spiega: "Due-tre giocatori che mi hanno chiesto di rimanere ci sono stati, ma alla fine possono darmi un consiglio e non dirmi quello che devo fare.

Non mi sento in colpa con Moratti, lui è un grande presidente, con lui ho sempre avuto un ottimo rapporto, mi ha sempre trattato bene e mi farebbe piacere offrigli qualcosa. Mi ha detto una bella frase prima di andar via, ma non vi dico quale".

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