Nuova tappa del risiko bancario italiano. Stavolta è Banca Ifis, l’istituto guidato dal presidente e ad Ernesto Furstenberg Fassio, a muovere con un’offerta pubblica di acquisto e scambio sul 100% delle azioni di Illimity, banca fondata dell’ex ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera. All’alba di oggi, infatti, attraverso un comunicato di La Scogliera – che è la holding che controlla Banca Ifis – è stata resa nota al mercato l’offerta che mette sul piatto, per ogni azione di Illimity, 0,1 azioni di Ifis di nuova emissione e 1,414 euro: il totale, quindi, è di 3,55 euro per ogni azione (il prezzo di chiusura della banca di Passera ieri, 7 gennaio, era 3,38 quindi si tratta di un premio di poco superiore al 5%).
La proposta, non concordata ma che nei propositi punta un’adesione amichevole dei soci di Illimity, è subordinata all’autorizzazione delle autorità competenti, ha un valore complessivo di 298 milioni e, nel caso avesse successo, porterà all’incorporazione di Illimity, oggi quotata Euronex Milan sul segmento Star. “L’opas di Banca Ifis su Illimity Bank risponde all’esigenza di individuare una soluzione industriale strategica finalizzata ad ampliare la posizione di leadership della banca nel settore della finanza specializzata”, spiega Furstenberg Fassio, a capo di Ifis, “e accelerare la sua crescita in una prospettiva sostenibile e di lungo periodo, in linea con la nostra visione familiare di azionisti di controllo”.
Dall’integrazione potenziali sinergie per 75 milioni tra costi e ricavi
I due istituti per molti aspetti sono complementari e l’unione può portare sinergie. Per esempio, nel comparto dei servizi finanziari alle Pmi (in particolare factoring, credito garantito e finanza strutturata) oppure nel comparto dei crediti deteriorati, dove Banca Ifis si potenzierebbe consolidando la sua posizione di leadership aggiungendo 10 miliardi di asset al suo attuale portafoglio di 23 miliardi. Le nozze porteranno in dote, per il gruppo di Furstenberg Fassio, un rafforzamento nel corporate investment banking per le Pmi e su nuovi business come il turnaround financing. Ifis, inoltre, potrebbe fare da volano alla distribuzione dei prodotti di Illimity con la sua rete composta da 28 sedi in tutta Italia. I costi di integrazione, stima Ifis, saranno sostenuti per intero nel 2025 e sono stimati in 110 milioni di euro. A livello finanziario, l’operazione porterà sinergie stimate a regime in circa 75 milioni l’anno, di cui 50 a livello di costi e 25 a livello di ricavi.
L’ascesa e le difficoltà di Illimity
Per il momento non arrivano commenti da Illimity, un istituto che nell’ultimo periodo ha conosciuto qualche difficoltà (Il titolo stamattina balza del 7% a 3,62 euro, ma solo nell’ultimo anno ha lasciato sul terreno il 35% del suo valore). La sua nascita, nel 2018, è arrivata per un’iniziativa di Passera – ancora oggi amministratore delegato – attraverso una società Spac che ha utilizzato come veicolo per quotare la società in Borsa. L’operazione fu un successo, tanto che arrivò a raccogliere 600 milioni (più dei 300 previsti) e acquisì Banca Interprovinciale, un istituto modenese grazie al quale ha ottenuto la licenza bancaria su cui costruire Illimity. L’istituto voleva essere un punto di riferimento per le Pmi ad alto potenziale, per i servizi bancari e per il mercato dei crediti deteriorati. All’inizio le cose sono andate alla grande, tanto che il valore del titolo tre anni fa è arrivato al di sopra dei 13,50 euro per azione (oggi è a 3,50 e ha perso circa il 75% dai massimi storici).
Poi il vento è cambiato: l’innalzamento dei tassi d’interesse delle banche centrali e la contestuale riduzione dei crediti deteriorati ha creato una tenaglia per Illimity, che ha accusato una contrazione della profittabilità degli Npl e un aumento dei costi di raccolta. L’apice delle difficoltà è arrivato la scorsa estate, quando la Banca d’Italia ha condotto un’ispezione focalizzandosi, in particolare, proprio sul business dei crediti in sofferenza durante la quale gli ispettori avrebbero fatto rilievi.
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