
"La nostra esposizione in Btp a fine 2024 ammonta a 35,6 miliardi di euro. Rappresentano una parte importante dell'allocazione dei nostri investimenti. Stiamo valutando di aumentare i nostri acquisti ovviamente in linea con la nostra politica di investimento e della nostra tolleranza al rischio", ha detto il ceo di Generali, Philippe Donnet. L’annuncio sembra la volontà di rassicurare il governo che invece è perplesso sui vantaggi del matrimonio del Leone col gruppo controllato dalla banca francese Bpce. Lo scorso 28 febbraio, infatti, il sottosegretario alla presidenza, Giovanbattista Fazzolari, era stato chiaro: "L’unica cosa che interessa il governo è chi gestisce il risparmio" degli italiani "e se lo fa nell'ottica di agevolare il sistema produttivo italiano: in questa fase di risiko bancario ci sono delle situazioni che oggettivamente ci preoccupano, primi fra tutti questi movimenti che riguardano Generali. Qualunque meccanismo che possa ancorare il risparmio italiano in Italia è qualcosa che vediamo di buon occhio".
Alla conferenza stampa sui conti 2024 il manager francese non ha però voluto commentare i temi più caldi: no comment sulle mosse di Unicredit, azionista con quasi il 10%. No comment sui prossimi scenari – “da quando sono arrivato in Generali ho sempre sentito parlare di scalate”. Quanto all’aggiornamento dell’operazione Natixis, l’ad si è limitato a dire che “sono partite le consultazioni con i sindacati, previste nel Memorandum of understanding, dureranno un altro paio di mesi". La firma dell’accordo Natixis arriverà, dunque, dopo l’assemblea anticipata al 24 aprile. Nel frattempo, verrà aperta la procedura del golden power che “sarà un’opportunità per fare chiarezza e rispondere a tutte le domande, le preoccupazioni e le perplessità che ci sono in giro", ha sottolineato il ceo.
Donnet si presenterà davanti ai soci con la proposta di distribuire un dividendo per azione di 1,43 euro (pagabile a partire dal 21 maggio) aumentato dell’11,7% rispetto allo scorso anno. La cedola più generosa è consentita da un 2024 che è stato chiuso con un risultato operativo a 7,3 miliardi (+8,2%) e un utile netto normalizzato a 3,8 miliardi (+5,4%). I premi lordi sono cresciuti a 95,2 miliardi (+14,9%): nel Vita i premi lordi sono stati 61,4 miliardi (+19,2%) e la raccolta netta ha raggiunto 9,7 miliardi, interamente concentrata nelle linee puro rischio e malattia e unit-linked, in linea con la strategia del gruppo. Mentre nel ramo Danni i premi sono stati pari a 33,8 miliardi (+7,7%) con un combined ratio al 94 per cento. I flussi di cassa netti disponibili a livello della capogruppo sono stati di 9,6 miliardi contro un target di oltre 8,5 miliardi, mentre i dividendi cumulativi sono stati di 5,5 miliardi, rispetto a un target compreso tra 5,2 e 5,6 miliardi.
Si tratta degli ultimi conti del piano precedente a quello nuovo presentato da Donnet lo scorso 30 gennaio a Venezia che prevede, in particolare, dividendi cumulati di oltre 7 miliardi, oltre all’impegno al riacquisto di azioni proprie per almeno 1,5 miliardi nell’arco di piano e un buyback pari a 500 milioni da avviare nel corso del 2025.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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