Giorgetti: "Nessun decreto per Unicredit-Banco Bpm"

Il governo intende rispettare le norme esistenti a partire dalla legge Draghi

Giorgetti: "Nessun decreto per Unicredit-Banco Bpm"
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Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha dissipato i dubbi sull’eventualità di un decreto specifico per l'applicazione del golden power nel contesto dell’Ops (Offerta pubblica di scambio) lanciata da Unicredit su Banco Bpm. Intervenendo a margine del question time alla Camera, Giorgetti ha sottolineato: "No, non si sta pensando a nessun decreto, stiamo aspettando che ci notifichino, se vogliono farlo, l'operazione. Fino ad adesso non l'hanno fatto". Una posizione chiara che ribadisce come il governo intenda agire nel rispetto delle norme esistenti.

La legge Draghi come garanzia sufficiente

Secondo il ministro, il Testo unico della Finanza (il decreto legislativo 58/98 detto anche legge Draghi) è già sufficiente a monitorare e gestire fusioni e acquisizioni nel settore bancario. Questa legge offre al governo strumenti per tutelare gli interessi strategici senza necessità di ulteriori interventi normativi. Il golden power, infatti, consente all’esecutivo di porre condizioni o bloccare operazioni che potrebbero compromettere settori chiave dell’economia nazionale.

L'attenzione alla "sostanza" del credito

Più che focalizzarsi sul “risiko bancario”, Giorgetti ha evidenziato come l’obiettivo principale della politica economica sia garantire che il sistema del credito resti funzionale all’economia reale. "Più che il risiko, l'attività di credito a favore dell’economia reale è ciò che conta realmente", ha dichiarato, ribadendo la necessità di preservare la capacità delle banche di supportare le Pmi, che rappresentano il cuore produttivo del Paese.

Un quadro complesso nel settore bancario

I dati condivisi dal ministro delineano una situazione articolata nel panorama bancario italiano.

I primi dieci gruppi bancari detengono il 65% del mercato nazionale dei prestiti alle PMI, una concentrazione che varia significativamente a livello regionale: si va dal 48,1% del Friuli Venezia Giulia all’82,5% della Sardegna. La domanda di credito, tuttavia, è rimasta debole nel corso del 2024, sebbene si sia registrata una lieve attenuazione nei criteri restrittivi per l’erogazione di prestiti.

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