Mps affila le armi in vista del braccio di ferro con Mediobanca, sulla quale ha lanciato un’Ops da 13,3 miliardi di euro. Nel giorno in cui la banca senese svela i conti del 2024, chiusi con utile netto di 1,95 miliardi (sui 2,05 del 2023), si torna giocoforza a parlare di risiko bancario nella call con gli analisti. E, se possibile, il ceo Luigi Lovaglio si è mostrato ancora più determinato nei suoi intenti, affermando che Mps può iniziare a comprare azioni Mediobanca anche prima dell’autorizzazione dell’offerta pubblica di scambio da parte delle authority: «Non abbiamo limiti per quanto riguarda l’acquisto delle azioni, non è necessario un collegamento con l’autorizzazione della Bce», ha detto Lovaglio.
Dal "primo giorno dell'integrazione, ha spiegato ancora Lovaglio, "saremmo in grado di continuare a generare ricavi" con una "espansione della dimensione del business, così da poter raggiungere più clienti e di dare una migliore copertura per quelli già esistenti". Quanto alle sinergie stimate, ha proseguito l'ad di Mps, "sono stimate in 700 milioni di euro". Sono "il livello minimo dal quale iniziare a lavorare". E poi: sarà una "integrazione senza scosse, è un plugin". "Questo progetto - ha aggiunto – darà vita a un nuovo campione, con due ottime banche che vogliamo tutelare e aumentarne il valore".
Rocca Salimbeni, intanto, dimostra di essere in salute, battendo su diversi numeri le stime del consenso. A partire da un risultato operativo netto di 1.748 milioni, in crescita rispetto ai 1.511 milioni dello scorso anno e superiore alle stime di consenso (1.690 milioni). Nel quarto trimestre, il Monte dei Paschi chiude il quarto trimestre del 2024 con un utile di 384,9 milioni (1.123,2 milioni nel quarto del 2023 caratterizzato dai rilasci straordinari degli accantonamenti a conto economico). Il che frutta ricchi dividendi per gli azionisti, più che triplicando la cedola passata da 0,25 euro per azione a 0,86 euro per un monte dividendi di oltre un miliardo e un pay.out del 75% sull’utile. Quanto alle voci specifiche del bilancio, il margine di interesse ha dato ancora un contributo positivo nell’anno ed è cresciuto a 2.356 milioni (+2,8%) mentre nel quarto trimestre è calato dell’1,3%, comunque meno delle attese degli analisti. In forte crescita, invece, le commissioni nette annue (+10.8%). Crescono anche gli oneri operativi, con le spese del personale salite del 4,2% in virtù del rinnovo del contratto nazionale.
L’ottimo risultato sul fronte delle commissioni fa ben sperare sul mantenimento dei margini della banca, anche in vista del matrimonio con Mediobanca. Nel campo della gestione patrimoniale, Mps può apportare la rete di consulenti finanziari di Widiba che farebbe massa critica con quella di Mediobanca Premier (l’ex CheBanca!). «Riusciremo a ottimizzare l’efficienza nella produzione e distribuzione di prodotti finanziari», ha rimarcato Lovaglio. L’unione «potrebbe veramente accelerare la crescita facilitata dal raggiungimento immediato di una dimensione critica nella quantità di consulenti finanziari». L’ops di Mps «non andrà a colpire l’identità » di Mediobanca «che vede già un contributo del wealth management e della banca d’affari che è pari al 35%» dell’utile netto, un contributo «pari quasi a quello del credito al consumo di Compass che contribuisce col 30%». Su entrambi i fronti, l’integrazione dovrebbe garantire un quid di diversificazione aggiuntiva.
Dal momento che, se Mps è più concentrata sul business della banca commerciale, Mediobanca deve molto al business assicurativo: il contributore principale al suo utile, infatti, è il 13% della quota Generali che rappresenta circa il 40% del totale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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