La banda delle mamme anti-ladri: «Così salviamo il nostro quartiere»

Dopo proclami e cortei rivelatisi dei flop, forse sarà la loro iniziativa, pacata e realistica, a offrire l’unica soluzione plausibile. Perché la mamma è sempre la mamma. E le madri del quartiere Vigentino ai loro bimbi ci tengono veramente. Sono state queste signore, una trentina di donne tra i 30 e i 45 anni che, insieme al capo gruppo del Pdl in Consiglio di zona 5 Aldo Baroncini, hanno elaborato una proposta per una serie di interventi per incrementare la sicurezza nella zona da sottoporre al sindaco Letizia Moratti. Stufe di comitati che propugnano iniziative forti ma senza un vero scopo, lontane dalle urla e dalle minacce ma anche dalle iniziative pre-elettorali, le signore si sono affidate alla concretezza. Così si sono sedute a un tavolo e, davanti a un aperitivo, hanno analizzato l’attuale situazione dei residenti tra via Val di Sole, parte della via Ripamonti, via Dell’Assunta, via dei Guarnero, via Monti Sabini, via Wolf Ferrari e via Chopin.
Nel quartiere, dall’inizio dell’anno, c’è stata un’escalation di furti in abitazione. Ma non tutti sono convinti si tratti di zingari o, comunque, di stranieri che vivono in zona. Questi ladri, pur di raggiungere gli appartamenti e rubare gioielli e orologi preziosi, non hanno esitato a compiere vere e proprie acrobazie e a introdursi nel vano rifiuti degli stabili, arrampicandosi fino ai piani più alti e forzando qualsiasi tipo di serratura. Balordi che hanno utilizzato anche pesanti narcotici per addormentare le loro vittime e agire indisturbati. La faccenda si è fatta seria quando hanno addormentato anche due bambini, fratellini di 3 anni e 4 mesi. Che, la mattina seguente, hanno rischiato di non svegliarsi più, rimediando anche un blocco respiratorio.
La gente del quartiere - circa 12.000 abitanti - se l’è presa con gli stranieri che vivono nei mini insediamenti rom della zona, con la zingara che chiede l’elemosina davanti all’Unes e, naturalmente, con le forze dell’ordine, accusate di non tenere in dovuta considerazione il fenomeno. E anche quando nell’area sono aumentati i controlli della polizia e i furti in abitazione (almeno una dozzina i casi accertati da gennaio) hanno cominciato a diminuire gruppi di residenti sono scesi in corteo e sul piede di guerra contro le istituzioni e, in alcuni casi, si sono dette decise ad assoldare addirittura delle guardie private.
«Che non serviranno a nulla se non a dare l’idea di un quartiere blindato - spiega Baroncini che ha parlato a lungo con il dirigente del commissariato di zona, quello di via Chopin -. Bisogna che la gente si senta più sicura, è vero, ma senza snaturare il quartiere o prendere posizioni estreme verso realtà o soggetti che non c’entrano nulla. Perché incattivirsi?».
Baroncini, consigliere uscente dopo tre legislature e avviato verso la quarta, si è confrontato con le madri del quartiere che gli hanno confidato non solo il desiderio di avere più sicurezza per i loro figli, ma anche di migliorare il quartiere. Così, insieme a Filippo Totino, consigliere comunale uscente ed ex presidente della Commissione Affari istituzionali del Comune, ha progettato una proposta articolata in più punti da presentare alla Moratti. E che prevede l’installazione di telecamere, collegate con la polizia locale o con le forze dell'ordine, in alcuni punti sensibili del quartiere come la rotonda di fronte al piazzale della Chiesa di Fatima, il parco giochi tra via dei Guarneri e via Chopin, la piazzetta del supermercato Unes e piazza dell'Assunta. Il piano prevede inoltre anche la recinzione del parco giochi tra via dei Guarneri e via Chopin alla stregua del parco di via dell'Assunta, con orario di apertura e di chiusura del messo comunale, quindi l’incentivo a carico del Comune all'installazione di circuiti di videosorveglianza nei condomini che ne facciano richiesta.


«Noi mamme vorremmo anche la riorganizzazione del vigile di quartiere perché qualcuno deve raccogliere eventuali istanze dei cittadini e trasmetterle tempestivamente ai settori di competenza - ci spiega una signora -. E chiediamo alla Moratti un po’ più di decentramento amministrativo, per mettere in grado le circoscrizioni di poter intervenire tempestivamente su problematiche del territorio e dei quartieri».

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