Barbarossa: «Ai miei tempi si dava più fiducia ai giovani»

«Mi sento ancora agli esordi. Vivo ogni disco come un’opera prima. Debutterò, quindi, di nuovo con il prossimo che ritengo un atto di coraggio estremo. Un lavoro durato quattro anni, reso speciale dalla collaborazione di musicisti che hanno fatto la storia della musica italiana». Luca Barbarossa, 45 anni, 13 dischi all’attivo e uno in uscita a fine aprile, in circa trent’anni di attività ha sperimentato le diverse facce «canore» di Roma, dall’esibizione di strada al mega-concerto da stadio. «Prima, l’artista emergeva per capacità personali e passaparola - dice -. Oggi le opportunità per i giovani sono tante, ma altrettante le difficoltà: si chiede loro di avere successo al primo disco, negli anni Settanta e Ottanta, invece, si aveva il coraggio di investire sul talento, dando il tempo a un musicista per farsi conoscere». Il suo esordio è del 1981, anno in cui si presentò al Festival di Sanremo con Roma spogliata. «La prima esibizione, però - ricorda Barbarossa - fu nell’aula magna del liceo a 16 anni. Ero terrorizzato all’idea di svegliarmi senza voce, così la sera prima non sono andato a dormire. Il concerto è andato bene». Dopo l’esperienza scolastica, la musica di strada, quando si esibiva in duo con l’amico Mario ispirandosi a Simon & Garfunkel, le esibizioni in piccoli club e, finalmente, il successo. «Negli anni, il pubblico romano non è cambiato - commenta Barbarossa -. Abituato alle esibizioni di grandi cantanti, è esigente, che sia in strada, in un locale o allo stadio cambia poco». Dei mutamenti, però, ci sono stati. «La musica dal vivo qui a Roma - aggiunge - sta vivendo una nuova giovinezza. Sono molti i locali interessanti dove si suona, quelli sono il vero banco di prova. Pubblicare un cd è semplice».

Un giudizio sul panorama musicale romano? «Roma è ed è sempre stata un terreno fertile, fonte di ispirazione per la sua bellezza e centro di grandi fermenti perché vi ruota il mondo dello spettacolo. La vivacità degli ultimi anni è testimoniata da artisti come Niccolò Fabi, Tiromancino e Max Gazzè».

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