Dalla Barona al mondo. La Iulm guarda al futuro

Con il 60% degli studenti stranieri in più in sei anni ma anche con i corsi gratuiti aperti a tutti i milanesi

Dalla Barona al mondo. La Iulm guarda al futuro
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È iniziata con l'Inno nazionale ed è finita con «Viva la vida» dei Coldplay, riarrangiata dalla Milano Strings Academy, orchestra amatoriale composta da 30 giovanissimi musicisti che frequentano le scuole medie e superiori. È stata questa la colonna sonora dell'inaugurazione del nuovo anno accademico della Università Iulm, da quest'anno e per i prossimi 6 anni, guidato dalla neorettrice Valentina Garavaglia. «Un rito» ma non semplice ritualità, come ha tenuto a sottolineare la rettrice, «segna un momento, che, nel suo rinnovarsi anno dopo anno, con solennità, ci ricorda quanto sia importante per l'Università e per le istituzioni, rinnovare la propria missione, il proprio compito, ribadire l'impegno nel sostenere il ruolo e le responsabilità, personali e comunitarie, che gli Atenei hanno all'interno della società». Quello della Iulm (al femminile perché è sempre sottintesa la parola «università» e perchè appunto per la prima volta in 56 anni dalla fondazione ora è guidato da una donna), guarda vicino, al quartiere in cui è nata, la Barona «cresciuta con noi», ma anche lontano, «agli studenti stranieri il 60% in più negli ultimi 6 anni». Ecco perché qui l'offerta formativa «è avviata ad essere sempre più internazionale, con insegnamenti e Corsi di Studio in lingua inglese, più di 300 accordi in 30 paesi del mondo, 171 Atenei in convenzione, e una mobilità studentesca che vede coinvolti oltre 600 studenti, grazie a progetti Erasmus, Exchange e a 11 dual degree con atenei partner. Ma non solo. «In un contesto di guerre e di crisi - ha proseguito la rettrice - internazionalizzazione per IULM significa accogliere gratuitamente studenti rifugiati, di nazionalità Ucraina, Afgana, bielorussa, russa, siriana (43 solo negli ultimi 2 anni). I benefici sono determinati per volontà dell'Ateneo, perché crediamo che i conflitti siano il frutto dell'ignoranza, mai della cultura e che la prima difesa della democrazia sia la difesa dell'intelligenza». «Il To be or non to be shakespeariano, in Iulm lo abbiamo tradotto in un Time to be Iulm un ateneo da vivere», ha proseguito, spiegando come occupandosi di «Comunicazione, Interpretariato e Traduzione, Arti, Moda e Turismo: a noi interessa interpretare la comunicazione come dimensione umana profonda».

Ha quindi ricordato che la Iulm è sempre stata pioniera nel proporre corsi di laurea innovativi, come fu Relazioni Pubbliche, «e ora anche se siamo un Ateneo non STEM, nel 2022 abbiamo inaugurato il primo Corso di Laurea Magistrale in Intelligenza Artificiale, impresa e società e nel secondo semestre proporremo un nuovo corso IULM for the City, aperto alla cittadinanza, dal titolo Intelligenza artificiale: nuova tecnologia o nuova era per l'umanità?». In quel rapporto con la città che porterà già nei prossimi mesi a dare avvio a quel Museo Diffuso della Comunicazione che partirà proprio da qui.

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