Il barone delle avanguardie che ha scoperto la moda

In dieci sezioni le foto di George Hoyningen-Huene. Vicino ai surrealisti, amico di Chanel, Dalì e della Loren

Il barone delle avanguardie che ha scoperto la moda
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C'è un cameo omaggio a Sophia Loren nella mostra in dieci sezioni e cento immagini dedicata a George Hoyningen-Huene, ma anche un collage surrealista dei coniugi Dalì ritratti sullo sfondo de «L'istant sublime», opera dell'artista spagnolo, con l'ombra di Hitler che promana dalla natura morta con una lama di rasoio che sta per squarciare un tuorlo d'uovo. Il fotografo pioniere degli scatti artistici dedicati al mondo della moda, il barone George Hoyningen-Huene, nato a San Pietroburgo nel 1900 e morto a Los Angeles nel 1968, è questo ma anche molto di più, come si impegna a raccontare l'importante mostra a lui dedicata, dieci sezioni e oltre cento fotografie dietro il titolo «George Hoyningen-Huene. Glamour e Avanguardia», a Palazzo Reale fino al 18 maggio, con la curatela di Susanna Brown.

Basta vedere una delle sue foto esposte, che sia Marlene Dietrich o Gabrielle Coco Chanel ritratta in molteplici pose, o ancora Josephine Baker o il di lui compagno e poi amico di una vita Horst P. Horst, per riconoscere la mano che ha creato immagini tanto famose, l'uomo che Richard Avedon ha definito «un genio, il maestro di tutti noi». Scatta per Vogue, Vanity Fair, Harper's Bazaar, si dedica al cinema, nel 1942 è anche impegnato nel volume di viaggio «Hellas», i cui proventi sono devoluti alle vittime della guerra. Le sue ispirazioni sono molteplici: l'arte classica, che si riflette nell'amore per la compostezza e la statuarietà del nudo maschile come nei rimandi tra la dea Atena e le modelle rivestite in abiti Schiaparelli e Balenciaga. Il surrealismo, assorbito nella Parigi anni '20, tra Foliès Bergeres e il bar del Ritz, dove si incontrano Man Ray, Picasso, Picabia, Stravinskij e Coco Chanel. Sarà lei a presentargli Salvador Dalì e Jean Cocteau.

La sua vita meriterebbe una mostra a sé. Nato a Pietroburgo nel 1900, figlio del capo scudiero dello zar Nicola II, studia storia dell'arte nei saloni dell'Hermitage, con lezioni tenute dal nobile Foelkersam, che della galleria era curatore. Una vita interrotta dalla rivoluzione bolscevica, che lo costringe in esilio in Inghilterra con la madre e le sorelle e poi nella Parigi degli Anni Venti e Trenta, capitale della cultura e delle avanguardie oltre che dell'attività di Huene.

Nonostante l'adolescenza agiata, fa qualcosa in più che adattarsi, mette l'educazione all'arte e alla bellezza al servizio della sua nuova grande passione, la fotografia, prima di moda e poi cinematografica, innestando negli scatti ispirazioni da Rembrandt, Goya, Cezanne, Manet. Qualche titolo delle dieci sezioni aiuta a coglierne la poliedricità: Visioni di un'epoca, Tra jazz e ballets russes, La moda mare e il fascino del corpo ideale, Sculture di luce.

Se di Katherine Hepburn ha detto che era la sua modella preferita, Huene ha scattato anche le foto del passaporto di Greta Garbo, oltre che ritratti di Ingrid Bergman, Charlie Chaplin, Ava Gardner. Nell'ultima sezione si può vedere il video dedicato a Sophia Loren.

L'amicizia tra i due è testimoniata da numerose lettere: in una, l'attrice lo ringrazia per i preziosi consigli. Fu su suggerimento di Heune che abiti e scene del «Diavolo in calzoncini rosa» furono ispirate alla tela Nanà di Manet.

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