Basket, palestre allo sfascio. "In città poche e malridotte"

"Abbiamo 250 atlete e la prima squadra in serie B. Rimandata l'ultima gara per il campo impraticabile"

Basket, palestre allo sfascio. "In città poche e malridotte"
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Campionato FIP Under 13 Femminile Gold, sabato 26 ottobre ore 14.45: nella tensostruttura della Forza e Coraggio inizia il match tra Basket Femminile Milano ed Basket Costa. Piove da giorni, l'impianto di riscaldamento non funziona e al terzo minuto di gioco, dopo la quinta caduta di una delle atlete a causa della condensa sul campo, la gara viene sospesa. Non resta che mettersi in fila e attendere che nella palestra centrale del centro sportivo finisca la gara in corso: 45 minuti di attesa la partita può riprendere e concludersi. Non hanno la stessa «fortuna» le atlete della gara successiva del Campionato U17 Gold contro San Vittore Olona, in programma sullo stesso campo «scivoloso»: rinviata a data da destinarsi poiché l'unico campo omologato dalla Federazione per campionati Gold era quello impraticabile. Un caso? Purtroppo è la norma. A Milano mancano le strutture per fare sport di base di qualità, in questo caso è la pallacanestro, ma potremmo allargare a piscine e campi da calcio. «C'è poco da rallegrarsi per le condizioni in cui versano le palestre e i campi di gioco della città riservati alle competizioni giovanili», racconta Pietro Casati, presidente del BFM, società milanese che accoglie ben 250 atlete tra Minibasket, Giovanili e Senior suddivise in 13 squadre con la partecipazione a 16 diversi campionati e la prima squadra in serie B. «Non parlo di palazzetti per la serie A come il Forum o l'Allianz ma di strutture della base, fondamentali se si vuole fare un certo tipo di lavoro», precisa. A Milano le palestre per la pallacanestro sono pochissime, quasi tutte vecchie come, ad esempio, lo storico Centro Sportivo della Forza & Coraggio «dove non ci sono stati negli ultimi decenni lavori di ammodernamento», spiega Casati. E racconta che invece basta uscire dai confini comunali per trovare «palazzetti nuovi, funzionali, ben illuminati e attrezzati per tutti i campionati, per non parlare dei costi. Spesso vengono lasciati in utilizzo gratuito alle associazioni sportive del paese/comune». Con le ovvie conseguenze, di preparazione ma anche di investimenti. «Noi abbiamo un budget di 200mila euro, 80 mila dei quali spesi per i costi delle palestre. Chiaro che quelle società possono reinvestirli in altro». Ma non solo. «Per una normativa FIP entrata in vigore lo scorso anno, siamo costretti a giocare le nostre gare dei campionati Gold, quelli maggiormente competitivi, in un uno dei pochissimi campi da gioco con le dimensioni regolari come quello della vecchia tensostruttura del centro sportivo Forza e Coraggio - racconta - Un vecchio impianto poco luminoso, freddo, con un terreno di gioco gommato che in caso di umidità diventa scivoloso aumentando statisticamente il rischio di infortunio delle atlete, che presenta sul terreno di gioco linee di 4 discipline diverse basket, pallavolo, calcetto, tennis e senza spalti». Gli allenamenti, poi sono svolti in palestre scolastiche «che ci vengono date in concessioni annuali attraverso la partecipazione ad appositi bandi. Spesso le assegnazioni arrivano a stagione già iniziata. Ancora adesso a inizio novembre non si hanno risposte ufficiali. Noi dobbiamo pianificare più di 2.000 ore all'anno di allenamenti e più di 300 partite incastrando disponibilità di spazi e allenatori, con le famiglie che iniziano giustamente a chiedere il programma della stagione già a fine giugno per potersi organizzare». Per poi finire magari in una di queste, per citare un altro caso, dove già dallo scorso anno, c'è una finestra che resta sempre aperta, con temperatura bassa e umidità sempre in agguato, 5 luci su 8 che non funzionano quindi è buio e un canestro non è in asse (è storto) per non parlare di docce non agibili per mancanza di acqua calda. «Abbiamo già segnalato lo scorso febbraio e scritto il 18 settembre e dopo una prima risposta del Preside, sostenendo che la manutenzione è in carico a Città Metropolitana, siamo ancora in attesa di un appuntamento formale con questi ultimi».

Dunque l'appello. «Quello che come società, chiediamo è di aprire un tavolo di lavoro con interlocutori competenti, privati e pubblici che abbiano ruolo, responsabilità e voglia di trovare, discutere e analizzare soluzioni in maniera costruttiva senza fermarsi davanti all'attuale organizzazione, processi, protocolli, eccetera che oggettivamente non funzionano». E conclude: «Capisco che l'amministrazione comunale non abbia fondi per realizzare nuove strutture nel breve ma vanno trovate soluzioni, magari con l'aiuto di privati.

Noi valutiamo la possibilità di mettere a disposizione risorse a beneficio di impianti, per poi aver riconosciuta una concessione per un numero di anni proporzionale. Milano che promuove lo sport e organizza le Olimpiadi invernali ha il dovere di trovare soluzioni per colmare una lacuna enorme».

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