Il debutto dell’Italia di Gianmarco Pozzecco al mondiale di basket asiatico difficilmente sarebbe potuto essere più complicato. Affrontando nella cavernosa arena di Manila gli africani dell’Angola, cenerentola del girone A, le aspettative erano di una facile vittoria per gli Azzurri. Niente del genere. Nella capitale filippina è partita vera, contro una nazionale molto meno sprovveduta di quanto previsto, che difende bene e concede solo tiri dalla distanza all’Italia. Serata da dimenticare per i tiratori azzurri, che sbagliano triple a ripetizione, consentendo alle Antilopi Nere di rimanere a distanza di tiro. Si decide tutto nell’ultimo quarto, dove l’esperienza degli Azzurri fa la differenza. L’Italia si porta avanti solo negli ultimi minuti, con un parziale di 18-10 che chiude i conti. Si soffre fino alla fine ma la prima, fondamentale vittoria arriva. Domenica contro la Repubblica Dominicana ci giocheremo il primo posto del girone.
Un debutto non semplice
Gran parte della critica ha considerato il girone degli Azzurri come uno dei più semplici ma, nonostante gli Azzurri non abbiano mai perso contro l’Angola, la nazionale farebbe bene a prendere con le molle questo debutto al mondiale. Coach Joseph Claros ha cambiato parecchio dagli ultimi mondiali e si affida ad una coppia fisica e di qualità: l’Nba Bruno Fernando e Silvio de Sousa, ala forte che gioca con l’Aris Salonicco. Se l’avvicinamento al mondiale degli africani è diametralmente opposto a quello degli Azzurri, quattro sconfitte ed una sola vittoria col Venezuela invece del filotto dell’Italia, Pozzecco dovrà trovare una soluzione sotto il tabellone, dove il vantaggio delle Antilopi Nere è evidente.
Con 7 giocatori sopra i due metri, coach Claros potrà sfruttare al meglio il vantaggio in termini di rimbalzi e ripartenze. La precisione dall’arco, invece, non è certo ai livelli delle squadre più blasonate ma servirà una prestazione maiuscola per portare a casa la vittoria. La differenza la potrebbe fare l’approccio mentale e, soprattutto, la pazienza dell’Italia, che dovrà trovare gli spazi giusti per colpire la difesa africana.
Angola aggressivo, Melli c’è
Al pronti via, qualche errore di troppo da parte del quintetto di Pozzecco, un turnover e le Antilopi Nere si ritrovano sul 5-0. Ci vuole un taglio di Simone Fontecchio per mettere il primo canestro degli Azzurri ma si lotta su ogni pallone, vista la grande fisicità degli africani e un gioco offensivo ancora da mettere a punto da parte dell’Italia. Le squadre si conoscono, visto che si sono incrociate anche in Cina, ma gli Azzurri in campo ancora non ci sono. Mani freddissime, qualche leggerezza di troppo nei passaggi, dovuta anche alla grande aggressività dell’Angola, che recupera palloni a profusione. Pozzecco capisce che qualcosa non va e chiama il primo timeout. In attacco l’Italia continua a non girare e l’Angola ne approfitta spingendo forte in avanti, recuperando pure diversi rimbalzi offensivi. Precisione non altissima per gli africani ma basta e avanza per portarli avanti comodamente per 13-6. Vista la grande pressione della difesa, l’Italia è costretta a variare parecchio in avanti: buona l’idea di Tonut che scarica dietro per la tripla di Spissu. Il tiro dall’arco potrebbe fare davvero la differenza per gli Azzurri, che però stanno facendo ancora tanta fatica a trovare il bandolo della difesa africana. L’Angola, però, è costretto a spendere parecchi falli, cosa che potrebbe farsi sentire più avanti.
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Dopo la partenza sparata degli africani, l’Italia trova un parziale convincente, riportandosi in avanti grazie ad un gioco offensivo che sta finalmente ingranando. Mano sempre freddina ma quando arrivano le prime rotazioni, c’è anche spazio per capitan Gigi Datome: se la prima tripla non va, l’alfiere dell’Olimpia mette la seconda, riportando in avanti gli Azzurri. L’aggiustamento fondamentale da parte di Pozzecco è più mentale che tattico: l’Italia aveva sofferto parecchio la pressione dell’Angola, perdendo qualche pallone di troppo. Per ritrovare il proprio ritmo ed esprimere il proprio basket c’è voluto qualche aggiustamento in fase di copertura e molta più attenzione nei passaggi offensivi. L’Italia si muove bene in avanti, non concede tiri facili all’Angola ma ha ancora parecchio da mettere a punto sui tiri dalla distanza, solo al 20%. Per fortuna c’è il solito Melli, fondamentale sia come marcatore che sotto il tabellone. Ottimo Spissu come uomo assist ed il solito Fontecchio ma anche la panchina collabora in maniera efficace. Il fatto che l’Angola abbia smesso di segnare da quasi un tempo aiuta non poco. Gli africani si rifanno sotto grazie a qualche errore di troppo ma comunque il primo quarto si chiude su un rassicurante 23-17 per i ragazzi di Pozzecco.
Italia, che fatica!
La partenza del secondo quarto sembra quella del primo: Angola molto aggressiva, che sfrutta la fisicità per costringere gli Azzurri a tirare dall’arco. Visto che la mano dei ragazzi di Pozzecco è davvero gelata, la strategia funziona e gli africani riescono a tornare a distanza di tiro, riaprendo una partita che sembrava sui binari giusti per l’Italia. Il problema vero è che, stavolta, sono gli Azzurri a non riuscire più a segnare: la circolazione di palla continua ad essere buona ma i tiri concessi dai ragazzi di Claros sono poco gestibili dalla panchina dell’Italia. Sotto il tabellone, poi, Bruno Fernando fa più o meno quel che gli pare, riportando avanti l’Angola alla metà del secondo quarto. Pozzecco capisce che qualcosa non va e chiama il timeout: parecchi aggiustamenti da fare per portare a casa la prima vittoria in questo mondiale asiatico. L’ingresso di Tonut riesce a dare un attimo di respiro, grazie a qualche penetrazione interessante: Dundao, però, risponde con la prima tripla dell’Angola, che fino a quel momento aveva sempre sbagliato. Il brevilineo giocatore del Petro de Luanda entra in trance agonistica e ne mette un’altra pochi minuti dopo, pessimo segno per gli Azzurri. Fontecchio riesce a rispondere dall’altra parte del campo e tiene l’Italia a distanza di tiro. Fase molto confusa della partita, con parecchi errori degli Azzurri e difesa angolana finalmente attenta, decisa a chiudere i corridoi usati finora dai ragazzi di Pozzecco per andare a canestro.
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L’Italia, insomma, fatica molto più del previsto, specialmente quando non riesce ad approfittare dei tiri dalla distanza concessi volentieri dalla difesa africana. Si lotta punto su punto, con le due squadre che perdono palloni criminali a centrocampo e concedono qualche fallo evitabile. Gli Azzurri si tengono a galla grazie ai tiri liberi, anche perché trovare spazi nel pitturato dell’Angola è quantomai complicato. Ad un minuto dall’intervallo lungo il cambio di marcia lato intensità dell’Italia è netto, grazie ai soliti Melli e Tonut, che battagliano duramente sotto il tabellone, abbastanza da consentire alla guardia dell’Olimpia di segnare 12 punti. Il tiro dalla distanza non c’è, troppi rimbalzi offensivi concessi agli africani, un primo tempo decisamente sotto alle aspettative dei tifosi azzurri ma che l’Italia riesce comunque a chiudere sul 43-40.
Si lotta punto a punto
Durante l’intervallo lungo Pozzecco avrà avuto occasione di catechizzare a sufficienza i suoi e la differenza dell’approccio degli Azzurri è evidente. L’Italia, in effetti, riparte meglio, più aggressiva ed attenta in difesa. Il tiro dalla distanza ancora non c’è, qualche disattenzione di troppo in transizione ma l’Italia si porta in avanti di sei punti. L’Angola, però, riesce ad approfittare delle imprecisioni degli azzurri, grazie ad uno scatenato Dundao e alla fisicità di Bruno Fernando. Gli Azzurri perdono due palloni assurdi a centrocampo; l’Angola ringrazia e si riporta sotto. Il lavoro di Claros si vede, specialmente in difesa: il divario in termini di tecnica è ancora evidente ma gli africani non sono certo degli sprovveduti. Quando, poi, le triple non ne vogliono sapere di entrare, anche su tiri aperti, non contestati, il tutto diventa ancora più complicato. Finalmente Fontecchio riesce a fare entrare una tripla dal post basso, doppiata poco dopo da una ripartenza conclusa dal solito Tonut. L’Angola, però, ha un Dundao davvero in serata di grazia che mette triple a ripetizione. La svolta tanto attesa, insomma, non arriva e gli africani rimangono sempre lì, a due punti dai ragazzi di Pozzecco.
Hammer time for Simone Fontecchio! #FIBAWC x #WinForItalia pic.twitter.com/1lP7ZVdAGV
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Il finale del terzo quarto è all’insegna della grande aggressività da entrambe le parti. Non un gioco spettacolare, certo, ma quando in palio c’è una vittoria che potrebbe mettere bene un girone piuttosto equilibrato difficile fare di meglio. La difesa africana chiude molto bene, raddoppia in maniera sistematica e concede solo tiri dalla distanza, che gli Azzurri falliscono spesso e volentieri. Troppi errori e qualche fallo regalato tengono l’Angola a distanza ravvicinata, con i soliti tiri liberi a far respirare l’Italia. Alla fine ci si giocherà il tutto per tutto nell’ultimo quarto, una lotta all’arma bianca che, certo, non farà bene alle coronarie dei tifosi dell’Italia.
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L’Italia allunga nel finale
L’ultimo quarto parte con parecchio nervosismo in campo ma, per una volta, a fare la differenza può essere la maggiore esperienza internazionale dell’Italia. Nonostante le percentuali di tiro siano ancora indecenti, i ragazzi di Pozzecco dimostrano come la panchina sia in grado di reggere il confronto senza problemi. L’Italia sembra in grado di aprire la partita, portandosi in avanti con decisione ma, come al solito, ci sono le triple di Dundao a tenere a distanza di tiro gli africani. Circolazione palla sempre convincente da parte dell’Italia ma l’aggressività della difesa avversaria concede davvero poco agli avanti azzurri. Gran prova, comunque, degli africani, che hanno fatto enormi passi avanti specialmente dal punto di vista tattico. A tenere a galla gli Azzurri ci pensano Fontecchio in avanti e Melli in difesa, che si dimostra insostituibile. Certo che quando si realizzano solo quattro triple su 28 tentativi, davvero difficile chiudere una partita.
A quattro minuti dalla fine, l’Italia riesce a tenersi a galla grazie alla tripla di Filippo Ricci ma dall’altra parte il guizzante Dundao dimostra come sia capace di fare male anche in penetrazione, nonostante il metro e 70 scarso. Gli Azzurri riescono a rimanere avanti di sette punti ma la sensazione è che gli africani siano sempre lì, pronti ad approfittare di ogni disattenzione dei ragazzi di Pozzecco. Il carattere dell’Angola c’è, come la voglia di non mollare un solo centimetro ma quando il pallone pesa una tonnellata, l’esperienza conta non poco.
Qualche errore di troppo e l’Italia si porta avanti di 10 punti, approfittando di qualche disattenzione degli africani. L’Angola si fa prendere dal nervosismo ma, ormai, basta solo gestire il cronometro per portare a casa la vittoria. Angola-Italia si chiude sull’81 a 67 ma che fatica per l’Italbasket!- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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