La più grande rimonta della storia Nba: Utah Jazz-Denver Nuggets del 1996

Nella gara 1 delle Final Karl Malone e compagni riuscirono a recuperare un gigantesco svantaggio di 36 punti: è ancora oggi il "comeback" più ampio della storia Nba

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A Salt Lake City tira un'aria buona, addensata di ottimismo. Fuori dal palazzetto le temperature sono già appuntite, perché il 28 novembre, in Utah, può essere già terribilmente gelido. Nella pancia del Delta Center però ribolle l'entusiasmo di quasi ventimila spettatori. Sono accorsi per vedersi gara 1 delle Final Nba del 1996. Sul parquet scenderanno i loro beniamini, gli Utah Jazz, per contrapporsi ai Denver Nuggets.

Che hanno appena trascorso una nottata burrascosa. Per afferrare la squassante portata della novità in casa Denver, infatti, è sufficiente immaginare che il nuovo coach, Dick Motta, è stato assunto da un giorno soltanto. E subito deve preparare una gara cardinale. E poi Dikembe Mutombo e Mahmoud Abdul-Rauf hanno salutato la squadra. Imporsi in Utah pare una missione tutt'altro che liscia.

Dall'altra parte Karl Malone e soci non vogliono lasciarsi sfuggire la grande chance. Malone in particolare, insieme a John Stockton, ha già assaporato il gusto amaro della sconfitta in finale, peraltro per tre volte. Quindi è intenzionato a dirigere subito la gara nel verso giusto. Invece al Delta Center sembra materializzarsi una sorta di incubo per quelli che sono di casa. Ad una manciata di secondi dalla fine del primo quarto Denver conduce con il siderale distacco di 70-34. Un margine che non sembra autorizzare speranze di rimonta. Come si fa, del resto, a pensare che sia possibile risorgere da meno trentasei punti? Utah ha semplicemente cannato l'approccio di brutto. Non c'è molto altro che possa essere fatto, pensano i molti che mormorano sugli spalti, se non provare a condurre la gara verso una sconfitta maggiormente dignitosa.

Poi però succede qualcosa. La fiducia di Denver inizia ad incrinarsi appena Malone entra in partita, seguito a rimorchio da un Jeff Hornacek in stato di grazia. I cambiamenti improvvisi delle ultime ore iniziano a generare una progressiva erosione. La squadra sembra sfornita degli strumenti necessari per reagire alle prime difficoltà, che puntualmente si presentano quando il calibro della contesa è così alto.

Bryan Stith e Dale Allis, rispettivamente 31 e 25 punti finali, assistono increduli al comeback degli avversari. Malone ne farà trentuno, trainando la squadra verso un impensabile risultato di parità. La gente adesso è costretta a strofinarsi gli occhi e a pizzicarsi le guance per crederci veramente. Denver seguita a vacillare e anche il tentativo di sussulto finale viene vaporizzato dalla formidabile reazione dei Jazz, che completano l'impresa andando a prendere il comando.

Al Delta Center finirà 107-103 e la rimonta compiuta da una distanza così imponente resta, ancora oggi, la più grande dell'intera storia Nba. E anche una palpitante metafora che travalica lo sport per passare alla vita: mai darsi per finiti, finché non è finita.

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