«Basta con la disinformazione sulla par condicio»

«Se le regole in atto non rispettano gli equilibri politici, è solo a danno del Polo»

Anna Maria Greco

da Roma

Per dare più forza alla dichiarazione la firmano in due, Sandro Bondi e Fabrizio Cicchitto, rispettivamente coordinatore e vice di Forza Italia. Il terreno di polemica è, ancora una volta, quello della par condicio, all’indomani dell’appello del Quirinale. La legge, «iniqua» ma precisa, non è ancora in vigore e scatta con i comizi elettorali, affermano gli azzurri. Dunque, basta con le «bolle interpretative e le strumentalizzazioni interessate». Bondi e Cicchitto contrattaccano: Tg3 e Rai3 non hanno equilibrio e agiscono da «autentiche macchine da guerra contro il centrodestra».
Sulla par condicio e sulle presenze televisive dei leader, per Bondi e Cicchitto, «è in corso un'inaccettabile campagna di disinformazione che respingiamo nel modo più netto». Pur non condividendo i principi della legge, Fi vuole che a questo punto sia «rispettata rigorosamente, non rovesciata o cambiata senza neanche passare per il Parlamento».
Quanto all'equilibrio delle presenze in televisione, cioè la «par condicio sostanziale», Bondi e Cicchitto denunciano uno squilibrio «a discapito del centrodestra», perché Tg3 e Rai3 funzionano «senza rispettare alcun equilibrio politico e quantitativo, sciolti da qualunque vincolo». Gli azzurri protestano perché il vertice della Rai ha condannato Isoradio, senza occuparsi di «finti programmi d'intrattenimento, finti programmi di varietà e finti programmi di satira che diventano politici». Inoltre, i coordinatori di Fi ricordano che mentre il centrosinistra fonda la sua comunicazione su Prodi per l’Unione e D'Alema e Fassino per i Ds, Berlusconi «somma in sé le figure di leader della coalizione e di presidente di Fi». Ecco perché le polemiche di ieri sui giornali vengono definite «assolutamente infondate e hanno come unico scopo quello di imbavagliare Berlusconi».
Una dichiarazione che scatena reazioni durissime dal Tg3. La direzione del telegiornale replica all'ufficio stampa di Fi, che sostiene che nell'edizione di sabato sera è stata violata la par condicio, con solo 9 secondi alla maggioranza e 62 all'opposizione, dicendo che «questi dati sono del tutto irreali». Cronometro alla mano, rispondono, sono stati dati 98 secondi in sonoro ai leader della maggioranza (55 a Berlusconi, 30 a Casini e 13 a Cicchitto e La Russa). Quanto all'opposizione, sono stati mandati in onda sonori per 58 secondi in tutto(36 complessivi a Fassino, Diliberto e Mastella, 9 a Prodi e 13 a Gentiloni, intervistato come presidente della commissione di Vigilanza Rai. La direzione del Tg3 respinge «questo, come altri attacchi strumentali, ad un lavoro giornalistico di cui nessuno può mettere in dubbio la correttezza». E il Cdr del Tg3 avverte che non si farà trascinare nella battaglia politica e che «risponde solo ai telespettatori», garantendo un’effettiva par condicio.
Giuseppe Giulietti, capogruppo Ds in Vigilanza, trova che quella di Bondi e Cicchitto sia un’«aggressione», che chiarisce «quale sarà nei prossimi giorni il comportamento del presidente del Consiglio». E per farsene un’idea, aggiunge, «basta guardare qualche tg del servizio pubblico e quanto sta accadendo nella più assoluta indifferenza su alcune delle reti di proprietà del presidente del Consiglio». Giulietti chiede un intervento dell'Autorità garante delle telecomunicazioni.
«È molto nervoso», commenta Cicchitto. E Piero Testoni, responsabile editoria di Fi, vede un «singolare caso di preveggenza» in quanto giovedì sera nella trasmissione del Tg3 Primo Piano, Giulietti «ha letto nella palla di vetro quello che qualche ora più tardi il capo dello Stato avrebbe chiesto a Gentiloni», chiedendo un’anticipazione concordata e condivisa della par condicio su Rai e Mediaset. «Per questo aveva sfidato e messo in dubbio la buona fede di Berlusconi e del centrodestra sul proseguire la legislatura fino al 10 febbraio». Sulla questione il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti, chiede di attenersi alle dichiarazioni effettivamente fatte dal premier, senza «forzature strumentali».

L’azzurro Elio Vito, risponde al presidente della commissione Vigilanza Rai Paolo Gentiloni, secondo cui il problema della par condicio è l’uso elettorale dei tg: «Ricordi che la scorsa settimana è stata l'opposizione a rallentare i lavori della Vigilanza, abbandonando le votazioni che evidentemente non aveva gradito».

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