La beffa Resa dei conti: i vincitori-perdenti del Superenalotto dal tabaccaio distratto

LO CHOC «Una storia così ti ammazza prima di morire», ha detto uno sfortunato

La beffa Resa dei conti: i vincitori-perdenti del Superenalotto dal tabaccaio distratto

Se imbrocchi un 5+1 al Superenalotto e poi non ottieni la vincita per colpa di un tabaccaio «distratto» (dice lui), che si è scordato d’inserire la schedina nel terminale (giura), allora il meno che può succedere è che ti presenti davanti al negozio (rosso di rabbia) e aspetti che apra per avere (farti) giustizia. È successo ieri. Il tabaccaio «disattento», che è il protagonista di questa (brutta) storia, apriva alle 16.00, ma già un quarto d’ora prima, tutti o quasi, erano lì. Una decina di persone, che si erano messe in società per tentare la fortuna, ogni martedì, giovedì e sabato, cascasse il mondo, e che alla fine ce l’avevano fatta (quasi), acquistando per 10 euro a testa la schedina vincente di un sistema del Superenalotto. Ma lui, quella schedina, mica l’aveva giocata.
Oltre che essere accomunate dalla peggiore sfortuna che può capitare a un giocatore, ovvero quella di perdere quando in realtà si è vinto, la beffa delle beffe, le persone che si sono riunite ieri in via dell’Imbrecciato, a Villa Bonelli, nel quartiere Portuense, davanti al tabbaccaio «sventato», erano anche unite dalla ferrea intenzione di andare fino in fondo. Pure in tribunale, se servisse. Il sistema giocato vale infatti 1 milione 350mila euro. Ossia, 90mila a testa. Difficile biasimarle. Una cifra del genere fa girare la testa, con la crisi che c’è basta a rimettere a posto i conti, e rimane anche qualcosa per spassarsela. E magari godersi un po’ la vita. Insomma, è abbastanza perché uno dei giocatori coinvolti in questa tragica disavventura se ne sia uscito con una frase come la seguente: «Una storia così ti ammazza prima di morire». Poche parole, ma azzeccate, rendono nitida l’avvilimento che i «beffati» stanno provando in questo momento.
Alle 16, dunque, la resa dei conti. Con il tabaccaio bene al sicuro dietro la porta chiusa del negozio. Passata una ventina di minuti riecco la delegazione dei vincitori-perdenti: scornata, inviperita. Basita. «Ci sono sembrati in buona fede - ha confidato una signora - il tabaccaio dice che suo fratello sta alla Sisal a chiedere chiarimenti, a fare dei controlli». Forse si è trattato di un guasto alla machina. «Noi comunque non ci arrendiamo - ha tagliato corto il figlio - consulteremo il nostro avvocato». Accanto a loro un uomo che non si dava pace: «Qui si gioca con i sogni della gente. Quei soldi sono nostri». Erano. Anzi, sarebbero stati. Difficile da spiegare. Ancora più difficile da capire.
Alla fine il tabaccaio è apparso nervoso. Ha detto di non essere il titolare.

Di aver chiesto consiglio a un avvocato, anche lui. Poi ha passato la schedina di una donna. Da lui i giocatori continuano ad andare, sicuri che errori del genere non si ripeteranno. È una questione di probabilità. Come vincere al Superenalotto.

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