Borgo vecchio e contemporary art, antiche mura e brand marketing (il «Lake Como» che piace e vale sempre di più), la nuova frontiera del turismo elegante e intellettualmente ambizioso è un piccolo paese a nord del profondo nord, 3500 abitanti, percentuale di artisti sopra la media, 230mila visitatori nel 2022, l'80% stranieri, e un nuovo obiettivo: riordinare, tappa per tappa, gli itinerari di arte, natura e cultura.
Benvenuti a Bellano, Belàan, terra di pittori e acque di pescatori, Alta Lombardia, sponda manzoniana del lago di Como, quello lecchese che volge a mezzogiorno, meno hollywoodiano, ma più raccolto, discreto e site specific. Come dicono qui - a metà strada della Statale 36, dall'hinterland milanese al passo dello Spluga, un'ora e mezzo da Milano, un'ora e venti minuti da Bergamo - «La cultura è la nostra strada». Il sindaco è Antonio Rusconi, un politico che ha saputo scommettere sull'arte. E i «Signori» del luogo sono i Vitali, artisti che sanno ispirare la politica.
Risultato: un piccolo paese, Bellano, sempre più meta di un grande turismo, e non solo in termini numerici, dove il vero lusso è la cultura.
Qui vive e scrive Andrea Vitali, scrittore di lago e di bestseller, già da solo un'attrazione per i lettori che da anni arrivano in pellegrinaggio letterario sui luoghi dei suoi romanzi. Qui vive e dipinge la famiglia di artisti dei Vitali, lontana parentela con lo scrittore e vicinanza d'intenti e di progetti creativi. Giancarlo Vitali, bellanese da sempre e per sempre, scomparso a 88 anni cinque estati fa esatte, è stato fra i nostri maggiori pittori contemporanei, un maestro del ritratto e non solo (il Giovanni Testori con la sciarpa rossa che abbiamo negli occhi è suo). E il figlio, Velasco Vitali, 62 anni giovanili e gentili, pittore e scultore, è tra gli artisti italiani top player della sua generazione. Qui, organizzata proprio dagli «ArchiviVitali», l'associazione culturale voluta nel 2016 dalla famiglia di Giancarlo, da cinque anni si tiene la rassegna letteraria «Il bello dell'orrido», curata da Armando Besio e che prende il nome dall'attrazione naturale più spettacolare dell'intero lago, l'Orrido di Bellano, una cascata situata in una gola naturale, visitabile su passerelle ancorate alle pareti rocciose (nei primi sei mesi dell'anno si sono già arrampicate quaggiù più di 90mila persone...). Qui, dentro la chiesetta di Santa Marta, c'è uno dei più bei «Compianti» del nord Italia, il gruppo ligneo cinquecentesco di Giovanni Angelo Del Maino, con nove figure a grandezza naturale raffiguranti la deposizione, che nel 2020 fu esposto per tre mesi al Louvre di Parigi per la mostra Body and Soul, «Il corpo e l'anima» (beneficiando per l'occasione di uno splendido restauro). Qui, nella chiesa di San Nicolao, è stato accolto il museo dell'artista del rame Danilo Vitali. E qui - intuizione artistico-antropologica che qualche altro sindaco vuole già copiare - il fotografo Carlo Borlenghi, bellanese, ha ritratto 1.500 uomini, donne e bambini, gente che a Bellano vive o lavora, esponendone i volti, tutti in bianco e nero, sui muri del paese, in un progetto di lunga durata, ancora in corso. Titolo: Il ritratto di Bellano. Se passate da qua, li vedete tutti, fra i vicoli e i negozi...
E qui - fra chiese, archivi, vicoli, la «Ca' del diavol», l'imbarcadero, il lungolago, Kunsthalle e negozi - ora Bellano ha deciso di allargare le ambizioni sull'asse arte e politica. Due i nuovi progetti, già avviati. L'ex cotonificio Cantoni, costruito in pietra di Moltrasio sul torrente Pioverna nel 1898, anno di filande e commerci, quando Bellano era un laborioso centro proto-industriale specializzato nella lavorazione dei tessuti, diventerà la sede del Mama, il Museo d'arte moderna Alviani, voluto e sostenuto da Diora Fraglica, ultima moglie ed erede di Getulio Alviani (1939-2018), protagonista assoluto della stagione dell'arte cinetica. L'edificio, interamente recuperato, ospiterà nella parte non vincolata un silos per le auto (Bellano, come tutti i paesini di lago, ha bisogno di parcheggi per vivere) e nella parte di «archeologia industriale», 6mila metri quadrati di sale espositive, l'archivio e le opere di Alviani, assieme alla sua collezione personale: pezzi di Yaacov Agam, Morellet, Lucio Fontana, Alexander Calder, Jesús Soto, Enrico Castellani...
Il secondo progetto, invece, è il museo «Giancarlo Vitali», voluto dai figli: Velasco, Sara e Paola. Avrà sede nella vecchia casa parrocchiale di Bellano, nel centro del paese, affacciato sulla «piazza grande»: 400 metri quadrati di spazio espositivo permanente per l'opera di un artista che ha fatto del suo luogo di nascita - qui visse e da qui non si è mai spostato - il tema portante del proprio lavoro. Dal paesino di lago all'art system...
Il termine tecnico è «museo diffuso». Si dice «mettere a sistema». Il verbo è «connettere».
Le cose sono più semplici: nello spazio circolare di un chilometro a Bellano si passeggia, fronte lago, attraverso cinquecento anni di storia dell'arte, dal rinascimento lombardo alla Op Art. Si chiama il weekend perfetto.
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