![Autismo, quali segnali ci aiutano a riconoscerlo](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2025/02/08/1739005882-pexels-mikhail-nilov-8654293.jpg?_=1739005882)
L'autismo, o meglio "disturbi dello spettro autistico", è una problematica del neuro-sviluppo che interessa soprattutto il linguaggio, la comunicazione e la socialità. Esistono diversi livelli di gravità, ma in linea generale è possibile affermare che il disturbo è caratterizzato da comportamenti ripetitivi e interessi ristretti.
Dati alla mano, si stima che a livello mondiale le diagnosi di autismo sono circa 78 milioni. In Italia una persona su 100 rientra nel quadro dello spettro autistico. L'incidenza è maggiore nel sesso maschile, con un rapporto di 4:1 a favore degli uomini. Quali sono i segnali che devono destare attenzione? Scopriamolo insieme.
L'autismo nella storia
Il primo individuo che ricevette una diagnosi di autismo fu Donald Triplett, il figlio di una nota e rispettata famiglia americana nato nel 1933. A formularla, dopo anni di studi, fu uno dei migliori psichiatri infantili della John Hopkins University: il dottor Kanner. Prima di essere considerato autistico, si riteneva che Donald soffrisse di un disturbo mentale e pertanto, all'età di tre anni, venne ricoverato in un istituto dove rimase per un anno.
Una volta dimesso, il bambino fu visitato dal dottor Kanner che all'epoca godeva di un'ottima fama. Durante la valutazione iniziale, il padre del piccolo paziente fornì al medico alcune osservazioni che egli aveva fatto sul figlio. Tra gli appunti, ad esempio, si poteva leggere: "Più felice quando è lasciato solo", "disegnare un guscio e vivere dentro di sé", "ignorare le cose che lo circondano".
Successivamente il dottor Kanner, dopo l'analisi di altri undici bambini, pubblicò i dettagli dei modelli comportamentali in un trattato, il "The Nervous Child". Tale studio rappresentò una pietra miliare nel campo della psichiatria clinica. Nel 1943 il termine autismo iniziò ad essere utilizzato a scopo diagnostico.
Le cause dell'autismo
Attualmente la causa precisa dell'autismo non è nota. Si ritiene che esso possa essere scatenato da una combinazione di fattori genetici e fattori ambientali. La scienza ha individuato più di mille geni associati al disturbo, ma non è riuscita a confermare queste correlazioni. Si sa soltanto che tali geni hanno un ruolo nello sviluppo del cervello. Alcuni, infatti, influenzano la produzione, la crescita e l'organizzazione dei neuroni. Altri, invece, producono delle proteine implicate nella creazione delle sinapsi.
Altre ricerche hanno sottolineato che l'autismo sembra essere associato ad altre patologie, come la sindrome di Tourette, l'epilessia, il disturbo ossessivo-compulsivo, il bipolarismo, i disturbi del sonno. Ancora la sclerosi tuberosa, la depressione, l'ADHD e i disturbi specifici dell'apprendimento, in particolare la discalculia e la dislessia.
Di recente è stato ipotizzato che i disturbi dello spettro autistico si manifestano come conseguenza della nascita di neuroni anormali, ovvero neuroni che non sono in grado di creare le giuste connessioni con le altre cellule nervose cerebrali. Questa condizione comporterebbe un cattivo funzionamento dell'organo stesso.
Non dimentichiamo, infine, i fattori ambientali. Tra questi figurano le complicanze durante la gravidanza o alla nascita, alcune infezioni contratte dalla madre durante la gestazione, l'età avanzata dei genitori, l'esposizione continua del feto all'inquinamento, l'abuso di alcol e di farmaci nel corso della gravidanza.
I sintomi dell'autismo
I primi sintomi dell'autismo possono comparire già prima dei due anni e variano da soggetto a soggetto per gravità. Con la crescita si può assistere ad un miglioramento o ad un peggioramento della sintomatologia. Si è soliti raggruppare quest'ultima in due grandi gruppi: difficoltà di comunicazione sociale e comportamenti limitati e ripetitivi. Ricordiamo, inoltre, molte persone autistiche soffrono anche di problemi sensoriali, di goffaggine e di scarsa coordinazione nei movimenti.
Difficoltà di comunicazione sociale
- Ritardo nello sviluppo del linguaggio
- Utilizzo di un tono monotono e uniforme
- Ripetizione di parole e/o di frasi
- Interpretazione letterale di tutto ciò che si ascolta
- Mancata risposta alla pronuncia del proprio nome
- Tendenza all'isolamento
- Tendenza ad ad evitare il contatto visivo
- Difficoltà ad esprimere e a riconoscere le emozioni.
Comportamenti limitati e ripetitivi
- Esecuzione di movimenti ripetitivi
- Dipendenza dalle abitudini
- Attrazione o repulsione nei confronti dei cibi a seconda del colore o della preparazione
- Tendenza ad avere interessi maniacali
- Tendenza ad annusare oggetti e persone.
La diagnosi e la terapia dell'autismo
L'iter diagnostico prevede il coinvolgimento di vari professionisti e si basa sull'esecuzione di una serie di accertamenti specifici. Tra questi figurano l'analisi del profilo genetico, l'esame neurologico, un test specialistico che stabilisce lo sviluppo del linguaggio e un test specialistico che valuta l'interazione sociale, le capacità comunicative e il comportamento. Ancora un questionario rivolto ai genitori per chiarire se in famiglia ci sono parenti con disturbi simili.
L'autismo è una condizione permanente, pertanto parlare di cura non è propriamente corretto.
Meglio, invece, riferirsi a strategie ed interventi di supporto che hanno lo scopo di minimizzare le difficoltà e mettere in risalto le potenzialità del paziente. Alla terapia cognitivo-comportamentale, si può associare la terapia logopedica, la fisioterapia, la terapia familiare e la terapia occupazionale.
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