Ipertensione, i valori della pressione sono aumentati durante la pandemia

Durante i primi mesi della pandemia da Covid, si sono registrati nella popolazione ipertesa valori più alti della pressione: è quanto rivela uno studio condotto negli Stati Uniti

Ipertensione, i valori della pressione sono aumentati durante la pandemia

L'ipertensione è una condizione patologica caratterizzata dalla presenza di valori pressori superiori alla norma. Più nello specifico, la pressione arteriosa minima è maggiore di 90 mm/Hg e quella massima sale oltre i 140 mm/Hg. Secondo gli scienziati del National Heart, Lung and Blood Institute, gli adulti ipertesi hanno visto un piccolo ma consequenziale aumento dei loro livelli di pressione arteriosa durante i primi otto mesi della pandemia di Covid. Inoltre il numero delle misurazioni è diminuito in maniera significativa. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Hypertension. L'ipertensione colpisce oltre un miliardo di persone in tutto il mondo. Essa è un importante fattore di rischio per le malattie cardiovascolari (ictus, infarto) e per le forme più gravi di coronavirus.

Per l'attuale indagine i ricercatori hanno esaminato i record di dati elettronici di 137.593 adulti con ipertensione e hanno confrontato i risultati della pressione sanguigna registrati prima dell'avvento del Covid (da agosto 2018 a gennaio 2020) con quelli raccolti durante il picco della pandemia (da aprile 2020 a gennaio 2021). I dati in questione provenivano da tre grandi sistemi sanitari: il Cedars-Sinai di Los Angeles, il Columbia University Irving Medical Center di New York e l'Ochsner Health di New Orleans. L'età media dei pazienti era di 66 anni; il 57% erano donne e il 30% erano afroamericani.

Innanzitutto, il team ha scoperto che il numero di misurazioni della pressione arteriosa effettuate dai soggetti era diminuito considerevolmente nei primi tre mesi della pandemia, fino al 90%. Si ritiene che ciò sia stato causato dalle cancellazioni o dai rinvii delle visite mediche effettuate di persona. I ricercatori hanno poi esaminato le letture individuali della pressione e la percentuale di individui con livelli pressori inferiori a 140/90 mm/Hg, il marcatore utilizzato per l'ipertensione. Da ciò è emerso che i valori sistolici sono cresciuti in media di 1,79 mm/Hg. I valori diastolici, invece, sono aumentati in media di 1,30 mm/Hg.

Ipertensione, l'importanza del controllo costante

Sebbene tali rialzi appaiano insignificanti, è stato dimostrato che un incremento di 2 mm/Hg della pressione può aumentare il rischio di eventi cardiovascolari importanti fino al 5%. Gli scienziati si aspettavano che il controllo della pressione durante la pandemia peggiorasse a causa della diminuzione dell'attività fisica e del sonno e dell'impennata dello stress. Tuttavia, i risultati sono stati migliori di quanto si aspettassero, molto probabilmente grazie all'uso della telemedicina e al monitoraggio domiciliare.

Il prossimo obiettivo dei ricercatori non sarà solo quello di esplorare l'impatto di questi lievi incrementi della pressione sulla salute cardiovascolare a lungo termine, come l'incidenza di ictus e infarto, ma anche quello di determinare se alcuni gruppi di pazienti potrebbero incontrare delle difficoltà nell'accedere alle risorse di telemedicina.

L'ipertensione è una condizione subdola e non sempre si manifesta con sintomi. Quando presenti essi includono: cefalea, vertigini, ronzii alle orecchie, viso arrossato, epistassi, nicturia, eccessiva sudorazione in condizioni di stress.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica