Onicofagia, un disturbo sottostimato di cui esistono forme molto gravi: conseguenze e soluzioni

Chi ne soffre può provocare dei danni anche ai denti, alla pelle e all'apparato gastrointestinale

Onicofagia, un disturbo sottostimato di cui esistono forme molto gravi: conseguenze e soluzioni
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Mangiarsi le unghie non è solo una cattiva abitudine che può creare imbarazzo dal punto di vista estetico, ma comporta in alcuni casi dei problemi di salute anche gravi: di onicofagia, questo il nome del disturbo, soffre il 20%-30% della popolazione, almeno secondo i dati in possesso degli specialisti, ma non è escluso che si tratti solo della punta dell'iceberg.

Origine

"In realtà, potrebbe trattarsi di un disturbo sottostimato e molto più frequente di quanto immaginiamo", spiega su Starbene la dermatologa specializzata in Omotossicologia, Omeopatia e Medicina Integrata Marisa Praticò, "perché c'è vergogna a parlarne". Generalmente il problema insorge in condizioni di particolare stress, nervosismo o noia, un po' come se fosse una valvola di sfogo dinanzi a situazioni impegnative o difficili da sostenere: "Non sapendo gestire correttamente gli impulsi, la persona inizia a svolgere un determinato gesto per placare la tensione", spiega l'esperta. Ad essere affetti da onicofagia sono già i bambini, ma di solito i casi diventano più frequenti dai 18 anni in su, in particolar modo tra gli studenti.

Forme gravi

Spesso e volentieri il disturbo si manifesta in forma lieve, ma esistono dei casi più gravi, col paziente che può arrivare addirittura a distruggere completamente le unghie, talvolta in modo irreversibile, danneggiando persino l'"iponichio", vale a dire quella porzione di pelle che funge da sigillo per proteggere il letto ungueale dalle infezioni. Esistono casi estremi in cui il paziente arriva, per il perdurare del problema e per la grande foga, a produrre una deviazione o deformazione delle dita.

Anche se può sembrare strano, in letteratura medica alcuni studi documentano una componente genetica del disturbo:"La tendenza a mangiarsi le unghie è più frequente tra famigliari, suggerendo una predisposizione ereditaria", spiega la dermatologa. Siamo dinanzi ai cosiddetti "Body-focused repetitive behaviors", ovvero quei comportamenti reiterati che hanno come oggetto delle parti del nostro corpo, tra cui rientrano anche strapparsi i capelli, mordersi le labbre, mangiare le cuticole o pizzicarsi la pelle. Ecco perché anche l'onicofagia rientra di diritto tra i disturbi ossessivi compulsivi e richiede per la sua soluzione un sostegno psicologico o anche un supporto di natura psichiatrica nei casi di ansia e depressione più gravi e conclamati.

Conseguenze

Non sono solo le unghie a subire le conseguenze di questo disturbo: esso può infatti causare ripercussioni nei denti, provocando spesso e volentieri malocclusioni, crepe negli incisivi, ma anche infezioni che si manifestano con carie, gengiviti o addirittura ascessi. Le infezioni, peraltro, possono colpire le dita, specie in corrispondenza col margine laterale o la base dell'unghia: funghi e batteri proliferano, provocando arrossamento, rigonfiamento e dolore. Ne risente talvolta anche l'apparato gastrointestinale, dato che nelle unghie possono esserci dei patogeni che vanno a causare problemi direttamente nello stomaco.

Come è possibile rimediare al problema? Esistono dei rimedi "casalinghi" che possono aiutare nei casi meno gravi e qualora si sia preso coscienza del disturbo e lo si voglia affrontare con convinzione. Gli smalti anti-onicofagia esistono da tempo, e col loro sapore amaro fungono da deterrente, oltre che rinforzare la lamina ungueale. Nel caso in cui per il paziente l'aspetto estetico sia molto importante, si può effettuare un trattamento da chi si occupa di manicure professionale: vedere le unghie in condizoni perfette può disincentivare l'impulso a mangiarle rovinando l'intervento.

Altra soluzione è quella di trovare degli antistress che possano sostituire la cattiva abitudine: ne esistono centinaia di tipi diversi in commercio, tra palline di vario genere, molle o bende elastiche: qualcuno riesce a limitare i danni masticando del chewing gum. Per scacciare ansia e stress alla base dell'onicofagia possono aiutare tisane ad azione rilassante, contenenti passiflora, melissa o valeriana, oppure anche i Fiori di Bach. Per evitare dolori e fastidi e proteggere le mani sarebbe bene usare guanti, specie se si maneggiano oggetti o si fanno le pulizie in casa, e scegliere delle creme emollienti o grasse con effetto barriera.

Secondo degli studi recenti condotti negli Usa, può aiutare assumere integratori a base di nicotinammide adenina dinucleotide, molecola legata al ciclo metabolico di Krebs, il quale presiede a una serie di reazioni chimiche di importanza fondamentale in tutte le cellule che utilizzano ossigeno nel processo della respirazione cellulare per produrre energia.

"Nell’onicofagia lieve, il Nad aiuta a ristrutturare la matrice ungueale e risveglia la mente", considera la dottoressa Particò, "così, la persona riesce a concentrarsi meglio sulle proprie mansioni quotidiane, 'scordando' di mangiarsi le unghie".

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