Cos'è la Pubalgia (che ha colpito Acerbi): le cause, i sintomi e il trattamento

Spesso confusa con altri disturbi come l'ernia iatale, la pubalgia non deve essere sottovalutata poiché può cronicizzare

Cos'è la Pubalgia (che ha colpito Acerbi): le cause, i sintomi e il trattamento
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Con il termine pubalgia si indica un dolore provocato dall'accumulo nel tempo di microtraumi causati da movimenti intensi durante diverse attività. Questi ultimi, infatti, sono in grado di determinare un sovraccarico dei muscoli e dei tendini nella zona del pube e dell'inguine.

Quando si parla di pubalgia si pensa subito agli sportivi (come Kakà) o recentemente il calciatore Acerbi, costretto a rinunciare agli Europei 2024. Ma in realtà il disturbo può colpire anche individui che non praticano sport, soprattutto uomini. Quali sono le sue cause e in che modo si manifesta? Scopriamolo insieme.

Le cause della pubalgia

Le cause della pubalgia sono numerose. Tra queste ricordiamo le alterazioni di qualsiasi natura degli arti inferiori che a lungo andare provocano uno stress eccessivo dell'area muscolare pubica e le anomalie posturali come l'iperlordosi, ovvero un aumento della curvatura della colonna vertebrale che sposta indietro il bacino. Attenzione anche al sovrappeso e all'obesità.

Quando la pubalgia interessa le donne in gravidanza ed è associata a problematiche articolari, si parla di sindrome sinfisaria. Durante la gestazione, infatti, i cambiamenti della postura e degli assetti ormonali causano un'instabilità della sinfisi pubica, ossia la cartilagine che funge da giunzione tra le due parti dell'osso pubico.

Bisogna però fare attenzione a non confondere la pubalgia con altri disturbi, tra cui l'artrosi dell'anca, la lombalgia, alcune malattie ginecologiche e gastrointestinali e l'ernia iatale. Quest'ultima, caratterizzata dalla protrusione di un tessuto attraverso un punto della parete addominale nell'area inguinale, è spesso confusa con la tensione dei muscoli del pube.

I sintomi della pubalgia

Le manifestazioni della pubalgia, che diventano croniche se si protraggono per più di dodici settimane, sono di solito maggiormente accentuate al mattino o durante lo svolgimento di attività fisiche anche semplici. Tendono, invece, a regredire con il riposo. Il sintomo principale è l'algia all'inguine che si può irradiare alla parte bassa dell'addome, ai testicoli e alla coscia. Non è poi rara una sensazione di debolezza inguinale.

La tensione può altresì determinare segni vescicali, come il tenesmo, l'urgenza minzionale e la pollachiuria. Nelle donne, soprattutto se in dolce attesa, il dolore, caratterizzato da fitte e bruciore, interessa anche la schiena, il perineo e la parte posteriore delle gambe. Esso può estendersi fino alle ginocchia ed è più intenso di notte quando ci si trova in posizione supina e nel momento in cui si solleva una gamba davanti all'altra.

Trattare la pubalgia

La pubalgia necessita di un trattamento multisistemico. Il primo aspetto da non sottovalutare è il riposo e la sospensione di tutte le attività sportive che causano o esacerbano il disturbo. Nei casi più seri il riposo può protrarsi fino a un mese. I farmaci, somministrati sia a livello locale che sistemico, servono a tenere sotto controllo i sintomi. Possono essere sia antinfiammatori non steroidei, sia cortisonici a seconda della gravità del disturbo.

Se la pubalgia recidiva con una certa frequenza, lo specialista può altresì consigliare sedute di laserterapia e di tecar.

L'obiettivo è quello di stimolare il microcircolo al fine di smaltire le sostanze infiammatorie in maniera più celere. Seguiti in un primo momento dal fisioterapista, i pazienti possono infine praticare determinati esercizi che sciolgono le tensioni e al tempo stesso rinforzano la muscolatura.

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