Questa retrazione è particolarmente evidente sul lato esterno dei denti. Inoltre, poiché la sua progressione avviene lentamente, è difficile da percepire e diagnosticare.
I sintomi possono essere i seguenti:
- sensibilità della dentina. La recessione gengivale, infatti, porta ad una diminuzione del tessuto gengivale attorno al dente, con conseguente esposizione della radice del dente;
- radici visibili o "denti lunghi". Le radici sono esposte e rivelano quindi una grave ed antiestetica recessione gengivale;
- mobilità dentale;
- alito cattivo (alitosi);
- infiammazione e sanguinamento.
La recessione gengivale, appena diagnosticata, deve essere trattata per prevenirne la progressione ma è irreversibile.
Cos'è la recessione gengivale
Come suggerisce il nome, questa patologia si riferisce al ritiro delle gengive alla radice di un dente o di alcuni denti. Per questo si chiama anche “allentamento dei denti”. In caso di recessione gengivale, i denti colpiti appaiono più lunghi, poiché parte della loro radice viene esposta. Nella maggior parte dei casi l'ipersensibilità dentinale si osserva in risposta a stimoli quali il contatto con il caldo e il freddo nonché con cibi dolci e/o acidi. Ciò avviene poiché le radici esposte non sono ricoperte dallo smalto e la dentina che le compone non è più protetta dal tessuto gengivale. La dentina è costituita da migliaia di piccoli tubuli che comunicano con il centro del dente, dove si trova il nervo dentale. Al contatto con stimoli esterni, i segnali dolorosi vengono inviati al nervo, provocando ipersensibilità e sensazioni dolorose in bocca.
Nei casi più avanzati, i denti colpiti possono diventare mobili se la recessione gengivale è significativa. Infatti, le loro radici non sono più ben sostenute, il che può comprometterne il mantenimento in bocca.
Le cause
Sotto un elenco delle cause più comuni di recessione gengivale.
- Malattie gengivali: gli accumuli di tartaro sotto il bordo gengivale provocano l'infiammazione delle gengive. Senza una cura adeguata, lo spessore e l’altezza del bordo gengivale possono essere influenzati dai batteri, che causano la rottura del tessuto gengivale.
- Spazzolatura troppo aggressiva: lo spazzolamento effettuato con una tecnica troppo aggressiva o inadeguata può danneggiare le gengive e provocarne la recessione.
- Usare uno spazzolino con setole troppo dure: come quando si spazzola in modo troppo aggressivo, anche usare uno spazzolino con setole troppo dure può danneggiare le gengive.
- Bruxismo: esercitando una notevole pressione sui denti, il digrignamento dei denti può causarne l'allentamento.
- Disturbi dell'occlusione: un rapporto sbilanciato tra le due mascelle può anche portare ad una pressione disuguale su alcune parti della dentatura e causare l'allentamento di questi denti.
- Piercing orali: possono causare un attrito costante con il tessuto gengivale e causare il restringimento delle gengive in questa zona.
- Invecchiamento e fattori ereditari: l’invecchiamento naturale può influenzare la qualità del tessuto gengivale e aumentare il rischio di recessione. Potrebbe anche essere coinvolta l’ereditarietà.
- Diabete. Lo zucchero in eccesso crea un ambiente ideale per i batteri orali, facendo sì che l'infezione progredisca sempre più in profondità nel bordo gengivale.
- Masticazione eccessiva.
- Onicofagia, cioè il mangiarsi le unghie.
- Una protesi dentale poco adattata.
La diagnosi e il trattamento
Durante una visita odontoiatrica, il dentista noterà i segni associati alla recessione gengivale, ovvero il ritiro delle gengive e l'esposizione delle radici di alcuni denti. Potrebbe anche fare alcune domande per scoprire se si soffre di ipersensibilità. Alla luce di questo esame e dei segni rilevati sarà in grado di diagnosticare la recessione gengivale.
Esistono molti trattamenti disponibili in caso di recessione gengivale e il fattore scatenante di questa recessione deve essere trattato per primo.
- Se la recessione è dovuta ad uno spazzolamento troppo aggressivo, è opportuno utilizzare uno spazzolino con setole più morbide e una tecnica di spazzolamento più efficace, senza dimenticare il filo interdentale e gli scovolini interdentali.
- Se il problema deriva da una scarsa igiene orale (placca dentale), può essere consigliabile l'ablazione o la levigatura (eseguita in uno studio dentistico) per liberare le tasche gengivali da detriti e batteri.
- Se si soffre di bruxismo (digrignamento dei denti), finché si è consapevoli dell'atto basta evitare di mettere i denti in contatto tra loro. Se il digrignamento avviene durante il sonno, si può prendere in considerazione una placca occlusale o una stecca su misura.
Nella maggior parte dei casi, il trattamento per questo problema è un innesto gengivale (gengivoplastica). Inserendo un innesto si può ridare altezza e spessore alla gengiva per coprire la radice: nella maggior parte dei casi, questo intervento permette di invertire la recessione e le sue conseguenze e il paziente ne trarrà beneficio anche dal punto di vista estetico. Il miglior trattamento è però chiaramente la prevenzione.
Le conseguenze
Se non si tratta il problema c'è il rischio di avere alcune conseguenze più o meno gravi tra le quali:
- Malessere
- Dolore da infiammazione delle gengive
- Danni estetici legati all'esposizione delle radici
- Comparsa di parodontite
- Perdita di massa ossea
- Mobilità dentale
- Perdita di denti.
La prevenzione
Un esame gengivale regolare può aiutare a identificare i segni e i sintomi delle malattie gengivali:
- un cambiamento nel colore delle gengive;
- gengive lucide, gonfie o doloranti, o colorazione rossastra delle gengive alla base dei denti;
- gengive che sanguinano ad ogni spazzolamento o con l'uso del filo interdentale;
- sapore sgradevole in bocca e alito cattivo;
- ipersensibilità dentale.
Una buona igiene dentale quotidiana, compresa una spazzolatura accurata e delicata, riduce il rischio di sviluppare malattie gengivali, tra cui recessione
e allentamento dei denti.Un esame e una pulizia annuali o semestrali permettono di individuare la presenza di malattie gengivali e, nella maggior parte dei casi, di trattarne e prevenirne l'aggravamento.
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