Shock anafilattico, quali sono i rischi, come riconoscere i sintomi e come intervenire in casi del genere

Si tratta di una reazione allergica spesso molto grave, che può portare anche alla morte, ecco perché è importante saperla riconoscere e intervenire tempestivamente

Shock anafilattico, quali sono i rischi, come riconoscere i sintomi e come intervenire in casi del genere
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Con il termine shock anafilattico intendiamo una condizione clinica seria a esordio improvviso che può portare anche alla morte, se non presa in tempo. Saper riconoscere i sintomi è fonamentale per intervenire in modo corretto, così da scongiurare il rischio di conseguenze molto gravi. Spesso le pagine di cronaca riportano episodi di questo genere. Portare l'attenzione su questa reazione allergica molto severa può aiutare ad acquisire consapevolezza e a non farsi trovare impreparati.

Cos'è lo shock anafilattico

Si tratta di una reazione allergica molto improvvisa e potenzialmente letale. A provocarla possono essere vari fattori, si va dai farmaci alle punture di insetto, fino ad alcuni specifici alimenti. L'elemento scatenante, chiamato "allergene", deve essere già entrato in contatto con la persona almeno una prima volta. Ciò significa che non può esserci shock anafilattico la prima volta che si entra in contatto con una determinata sostanza verso cui siamo sensibili. Dalla seconda volta in poi, invece, può accadere, e spesso avviene all'improvviso. Ecco perché è importante conoscersi, ed essere al corrente, laddove possibile, delle sostanze per noi pericolose.

Quando i nostri anticorpi IgE entrano in contatto con l'allergene, l'anafilassi può manifestarsi in qualsiasi momento. Stiamo parlando di una reazione molto violenta, ben diversa dalle "classiche" reazioni allergiche, che sono molto più comuni e gestibili. All'interno dell'organismo umano viene innescata una reazione spropositata verso un corpo ritenuto estraneo. Ciò si verifica perché dopo un primo contatto con l'allergene, le IgE si fissano sulla superficie di mastociti e basofili, cellule contenenti istamina, e restano pronti a intetvenire. Al secondo incontro con l'allergene, le stesse IgE faranno rilasciare grandi quantità di istamina che porteranno a infiammazione e a conseguente shock anafilattico.

I sintomi

I sintomi che dovrebbero fungere da campanello d'allarme e far pensare a un caso di shock anafilattico sono in primo luogo il gonfiore - alle labbra, alle palpebre e alla glottide, un senso di gola chiusa, dispenea e difficoltà respiratoria, alterazione della voce, nausea, dissenteria e vomito, prurito, sensazione di mancamento, dolori addominali e malessere generale.

L'istamina, insieme ad altre sostanze, agisce sui vasi sanguigni, dilatandoli e portando a un crollo della pressione sanguigna, fino anche alla perdita di coscienza.

I sintomi compaiono molto rapidamente dopo l'esposizione all'allergente, parliamo di subito dopo o al massimo entro 2 ore.

Come intervenire

La parola d'ordine, in caso di shock anafilattico, è tempestività. Bisogna essere rapidi nel riconoscerlo e nell'intervenire. L'unico farmaco in grado di contrastare gli effetti di questa violenta reazione è l'adrenalina. Le persone che sanno di avere allergie grave e di essere rischio anafilassi solitamente hanno con sé una penna di adrenalina autoiniettabile. Quindi è bene informarsi se tale dispositivo è presente o meno.

La prima cosa da fare, in ogni caso, è sempre quella di contattare il 118, allertando così i soccorsi. In attesa dell'arrivo del presonale medico, si può "tamponare" la situazione provvedendo ad allontanare immediatamente la sostanza che ha scatenato la reazione allergica, dopodiché si può invitare la persona a stendersi e a sollevare le gambe, per garantire il ritorno venoso.

Altri farmaci salvavita sono il cortisone, gli antistaminici e i broncodilatatori.

L'adrenalina (epinefrina) resta tuttavia il medicinale d'elezione. In caso di perdita di conoscenza e arresto cardiocircolatorio della persona in shock anafilattico si deve procedere con la rianimazione cardiopolmonare.

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