Berger, la vedova accusa: "La sua morte è un mistero"

Francesca Guidato insiste nel chiedere chiarezza. "Troppi segreti. E ora il funerale in tutta fretta"

Berger, la vedova accusa: "La sua morte è un mistero"
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Le cause ancora misteriose della morte, un funerale improvviso e senza avvertire, una camera ardente allestita in tutta fretta. Troppi segreti rimangono ancora intorno alla morte di Helmut Berger. Almeno secondo la vedova Francesca Guidato, sceneggiatrice e regista, che da anni viveva separata dall'attore ma dal quale non aveva mai divorziato. Berger, viso d'angelo e vita da maudit, icona dei film di Luchino Visconti e suo compagno di vita, è morto a 78 anni il 18 maggio scorso, a Salisburgo. Ne avrebbe compiuti 79 il 29 maggio. Già nei giorni scorsi, subito dopo la notizia della scomparsa dell'attore, Francesca Guidato aveva avanzato i suoi dubbi, parlando con l'agenzia Adnkronos: «Sono sconvolta da questa tragica notizia. Ma voglio chiarezza sulla morte di mio marito e su tutto l'ultimo periodo della sua vita in Austria. Troppe cose non tornano, e ancora adesso non è chiaro quale sia stata la causa» aveva detto venerdì scorso. E poi ha aggiunto un tassello di mistero alla vicenda: «C'è stato molto ostruzionismo per tenermi lontana da lui. Nonostante Helmut avesse dichiarato ai media più volte che voleva fossi io a prendermi cura di lui nella sua vecchiaia, negli ultimi tempi non riuscivo nemmeno a parlargli».

Ieri l'ulteriore accusa, sempre affidata all'Adnkronos, di aver saputo l'altra notte che oggi «verrà allestita in fretta e furia una camera ardente della durata di sole 4 ore, e che seguiranno una cremazione e un funerale, chiuso ai familiari strettissimi». La vedova ha perciò deciso di rivolgersi alle forze dell'ordine: «Ciò che sta accadendo è gravissimo, mi appello alla polizia austriaca, che sono certa si sia già attivata per fare del suo meglio, ma che certo non poteva immaginare la repentinità di tutto questo. C'è qualcosa di strano e lo dico chiaro, andrò fino in fondo».

Prima il segreto sulle cause della morte, poi il silenzio sui funerali, infine la scoperta che tutto fosse già stato organizzato alle sue spalle hanno suscitato ulteriori sospetti nella donna: «Mi appello alla polizia di Salisburgo in Austria, affinché intervenga e faccia valere il mio diritto di coniuge a tutti gli effetti di legge, dato che non ho autorizzato nessuna camera ardente, e neanche la cremazione né il funerale, perché non ho ricevuto le notizie attese. Non so chi siano questi parenti che hanno firmato, pur essendo stata a pranzo una volta con mio marito e mia suocera anni fa a Salisburgo, con alcuni parenti lontani di lei».

Oltre ad aver mosso il suo avvocato, che ha informato la polizia austriaca dell'accaduto, nelle sue dichiarazioni Francesca Guidato fa riferimento al manager dell'attore, Helmut Werner: «Il manager dice che sta eseguendo le volontà del suo attore, allora perché è stato necessario fare tutto con questo velo di segretezza? Ed è vero che ci sono volute le autorizzazioni firmate di due lontane cugine e un amico, per la cremazione e il funerale, come riportato dalla stampa? Forse mio marito non aveva lasciato disposizioni scritte?». E avanza ulteriori dubbi: in cinque giorni «alla legittima moglie non sono state comunicate notizie precise. Perché?». La struttura ospedaliera «non ha nemmeno inviato, come richiesto dal mio avvocato, il certificato sanitario con le cause della morte».

Quanto al sospetto che tanto interesse non sia dovuto a puro affetto, visto che Guidato e Berger si erano sposati nel 1994 ma erano di fatto separati dal 2007, la vedova risponde: «Sono stata accusata di avere interessi per un testamento, di millantare un matrimonio che sarebbe finto, mai avvenuto... Ma se non sono riuscita neanche con ogni mezzo ad avere notizie del corpo, come potevo sapere del testamento? Il manager che invece ne ha parlato sulla stampa internazionale per vari giorni sostiene di sapere che io non rientro in tale testamento. Ma come fa a saperlo se non è stato ancora aperto?». Secondo la donna, era già da un anno che le comunicazioni con Berger si erano fatte rade e difficili: «Lui era circondato da un entourage che non mi piaceva, che non mi rassicurava.

Intorno a lui, percepivo un giro di gente non buono. Penso che l'abbiano gestito male. Non so dire cosa sia successo, ma è bene accertarlo». Una fine lontano dai riflettori forse non sarebbe stata adatta all'irrequieto Berger...

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