Bersani bacchetta Grillo: "Su Equitalia ha sbagliato Si dica no alle pallottole"

Il leader Pd a Skytg24: "Equitalia va migliorata, ma non darò ragione a Grillo". Sul governo Monti: "Ci riserviamo il giudizio, ma non sono pentito di aver dato la fiducia"

Bersani bacchetta Grillo: "Su Equitalia ha sbagliato Si dica no alle pallottole"

Prende le distanze da Beppe Grillo, non si pente di aver avallato il governo Monti e si scaglia contro i leader europei. Pier Luigi Bersani, intervistato da SkyTg24, affronta i temi caldi del momento, partendo dalle tensioni sociali e dagli attacchi nei confronti di Equitalia.

Dopo le esternazioni del comico genovese, che aveva invitato a "capire le ragioni degli attentati", il segretario democratico ha tenuto a precisare la sua posizione: "Equitalia va migliorata, ma non darò ragione a Grillo. Ci sono dibattiti che rischiano di alimentare i violenti". E poi ha rincarato la dose: "Ieri sono girate delle pallottole e oggi quello che si deve dire è "no alle pallottole", poi discutiamo. Ne abbiamo già viste in questo Paese". Per Bersani c'è il rischio che, da questi dibattiti, venga fuori "una giustificazione di massa a chi intende usare la violenza anche perché andiamo incontro a mesi delicati".

Detto questo, ha aggiunto il leader del Pd, "non è da oggi che si discute di Equitalia e abbiamo presentato proposte per migliorare i termini della riscossione, che comunque è un modo per recuperare l’evasione, ed evitare casi estremi".

Chiuso il capitolo Equitalia, il segretario democratico torna a parlare della crisi dell'Euro e avverte: "Adesso bisogna che l’Europa agisca collettivamente: l’Italia non affonderà l’Europa, ma sia chiaro che l’Europa di Merkel e Sarkozy non può farci affondare tutti".

Bersani ha poi aggiunto che "siamo pronti a fare riforme, andremo avanti nel cambiamento, ma noi manovre non ne facciamo più, perché non si può chiedere di più a un paese che raggiunge il 5 per cento di avanzo primario l’anno".

Sull'esecutivo Monti, non c'è ancora un giudizio definitivo, ma Bersani si limita a precisare: "Mettiamola così, non sono pentito di avere dato la fiducia al governo Monti. E' partito con un certo piglio, anche se non ho condiviso tutto. Eravamo sul precipizio e ci siamo fermati, abbiamo cominciato a contenere la situazione e impostare qualche riforma. C’è ancora moltissimo da fare, dunque ci riserviamo il giudizio".

Infine, il tema della riforma del lavoro e del rapporto con i sindacati. "Non ho ancora capito bene quale sia il nodo della questione", ha spiegato Bersani riguardo alle polemiche sulla decisione del governo di incontri bilaterali coi sindacati. "Non so se vuole incontrare separatamente le parti sociali, se intende incontrare separatamente le organizzazioni sindacali, ma mi parrebbe opportuno dal punto di vista della semplicità dell’approccio seguire le cose più semplici e immediate".

"L’accordo del 28 giugno è stato fatto con tutte le parti sociali dunque si parta come si vuole, ma si deve arrivare lì", ha insistito Bersani, aggiungendo che "qui non si tratta di sentire solo delle opinioni, si tratta di organizzare uno sforzo comune, di mettere al centro la coesione mentre si propone il cambiamento.

Veniamo da un’esperienza di divisione del mondo del lavoro che non ha portato a nulla. Poi con l’accordo del 28 giugno si è raggiunto un punto di coesione e di equilibrio. Voglio credere che né il governo né le parti sociali vogliano rompere questo punto di coesione".

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