Roma - Guido Bertolaso è indagato all’Aquila per omicidio colposo. L’ultima magagna per l’ex Mister Emergenza arriva da un’intercettazione del 30 marzo 2009, pubblicata la scorsa settimana, in cui Bertolaso avvertiva l’assessore abruzzese alla protezione civile Daniela Stati della prossima riunione all’Aquila della commissione Grandi rischi, finalizzata a tranquillizzare la popolazione del capoluogo, preoccupata dallo sciame sismico.
Quella telefonata, in cui l’ex capo della protezione civile spiegava all’assessore che la riunione era «più un’operazione mediatica» per «zittire gli imbecilli» che paventavano l’arrivo di un terremoto, è sfociata venerdì scorso in una denuncia da parte di Antonio Valentini, lo stesso avvocato aquilano che ad agosto del 2009 aveva presentato un esposto contro la commissione Grandi rischi, poi sfociato, a maggio 2011, nel rinvio a giudiziodei componenti dell’organismo.
Come è noto, pochi giorni dopo la riunione del 31 marzo, il 6 aprile, un disastroso terremoto uccise 309 persone e provocò gravi danni all’Aquila e in provincia. L’impossibilità di «prevedere» un sisma, però, non ha impedito prima di indagare e mandare a processo i sette esperti della commissione, e ora di tentare il bis con l’ex sottosegretario,quasi che Bertolaso fosse «colpevole» d’aver fatto tremare la terra in Abruzzo. Di certo, l’ex uomo-simbolo della protezione civile italiana, nel pomeriggio di ieri, sembrava quasi aspettarsi l’ennesima sorpresa giudiziaria. Ospite su La7 di Antonello Piroso, «San Guido » si era abbandonato a uno sfogo, proprio riguardo a quella telefonata: «Datemi l’ergastolo, che cos’altro posso dire? Sembra che da salvatore della patria che ero fino a due anni fa, ora non vi sia problema, tragedia o incidente che non debba essere imputato alla mia persona.Francamente lo trovo esagerato e anche un po’ ingiusto».
È stato buon profeta. Da ieri in procura all’Aquila c’è un nuovo fascicolo aperto a suo nome e affidato al pm Fabio Picuti, lo stesso magistrato che ha indagato sulla commissione Grandi Rischi. Difficile, però, che le due inchieste possano accorparsi, visto che il processo contro l’exvicedi Bertolaso Bernardo De Bernardinis, il presidente vicario dell’organismo Franco Barberi e gli altri cinque esperti è già arrivato alla fase dibattimentale.
La telefonata «incriminata» è stata intercettata nell’ambito delle indagini fiorentine su G8 e Grandi eventi che vede indagato lo stesso Bertolaso. Ma è un «corpo del reato» non proprio solidissimo. Nella conversazione con l’assessore, infatti, l’ex sottosegretario non esclude affatto, naturalmente, la possibilità che si verifichi un sisma nel capoluogo abruzzese, tanto che «rimprovera» la Stati per un comunicato stampa del comune, uscito quel giorno su agenzie e siti web, che sosteneva, questo sì arditamente, che non erano previste altre scosse nel territorio. «Quelle sono cazzate- taglia corto sul punto Bertolaso - non si dicono mai queste cose quando si parla di terremoti (...) in modo da evitare boomerang, perché se fra due ore c’è una scossa, che cosa dicono? Il terremoto è un terreno minato, bisogna essere prudentissimi ». Ma a far «scivolare» l’ex capo della protezione civile è probabilmente quella frase che identifica la riunione della commissione come un’«operazione mediatica».
Sempre
a La7, ieri, Bertolaso ha ammesso che convocare quella riunione è stato un errore: «Nessuno mi obbligava a farla, l’ho fatto perriguardo nei confronti di quelli che oggi mi vogliono denunciare per omicidio colposo ».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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