Bevande A qualcuno piacciono caldissime

Bevande A qualcuno piacciono caldissime

Freddo, umidità, spesso pioggia: l’inverno, con le sue basse temperature, quest'anno scese anche al di sotto della media stagionale, porta il corpo a cercare negli alimenti un vero e proprio conforto. Per riprendersi da una giornata al freddo, non c’è nulla di meglio di una bevanda calda, che ritempri palato e animo in una «coccola» di gusto. Le idee sono tante e diverse. Si comincia da un classico della montagna, il vin brulè, che, ancora poco usato nei locali romani - ma spesso presente come «chicca» in eventi e occasioni natalizie - si può facilmente preparare in casa. Per sé ed eventuali ospiti. «Per fare il vin brulè occorre un vino strutturato - spiega Franco Maria Ricci, presidente dell’Associazione Italiana Sommelier Lazio (Grand Hotel Parco dei Principi; via Frescobaldi 5; 068550941) -. Ne esistono diversi già aromatizzati, come il Barolo Chinato o i vini amarascati, che hanno sapore di ciliegia. Altrimenti si può aromatizzare il vino con chiodi di garofano, ginepro o altre spezie, secondo il proprio gusto». Il vino si lascia aromatizzare a freddo, per farlo bene serve un po’ di tempo, e, il giorno dopo, si riscalda. «Basta un pentolino - prosegue Ricci - come quello che, di norma, si usa per far bollire il tè ma può andare bene pure una macchinetta per il caffé. Si serve molto caldo, dopo aver tolto le spezie. Il vin brulè può essere una proposta interessante per l’inverno, tanto più che consente di assaggiare in un modo inusitato vini che, di norma, noi sommelier, consigliamo di bere ghiacciati». Il tasso alcolico si alza con i ponch, primo tra tutti quello, anche questo di tradizione montana, al mandarino. Ottima soluzione per «riscaldare», in tutti i sensi, una serata tra amici.
Chi preferisce una pausa analcolica, può puntare su proposte più classiche, perfette da consumare durante l’intero arco della giornata: al mattino, per trovare l’energia con cui affrontare la giornata, nel pomeriggio come spezza-fame e, infine, dopocena, magari al posto del dolce. Tra le bevande preferite dai romani c’è sicuramente la cioccolata. «Per farla veramente buona - dice Fabrizio De Mauro, titolare di Said (via Tiburtina 135; 064469204) -. Occorrono settecentosessanta grammi di panna, due litri di latte, duecentocinquanta grammi di cacao, venticinque di maizena, settanta di miele, trecento di cioccolato fondente originale e centosettanta di zucchero. Si mescolano e portano ad ebollizione miele, zucchero e panna. A parte, si fa lo stesso con il latte. Si aggiunge il cacao al latte caldo. Uniti i due composti, si mescola bene e si riporta a ebollizione. Infine, si aggiunge il cioccolato fondente. Ovviamente, si serve calda». Cioccolata in tazza pure alla Bottega del Cioccolato (via Leonina 82; 064821473) e da Aroma (via Marianna Dionigi 36; 063214954).
Non possono mancare caffé e cappuccino. «Alla base di tutto c’è la qualità del caffé - per la signora Loredana della Casa del Caffè Tazza d’Oro (via degli Orfani 84; 066789792) -. Occorre, soprattutto, un'ottima miscela. Anche l’acqua può determinare il risultato, per la presenza o meno di calcio». Stesse regole per il cappuccino, cui si aggiunge la qualità del latte, ma quello realmente buono è da bar, «è molto importante l’esperienza del banchista - aggiunge - perché deve saper lavorare il latte». Tra gli indirizzi classici, il Caffé Greco (via Condotti 86; 066791700), la più antica caffetteria capitolina, e il Caffè Sant’Eustachio (piazza Sant’Eustachio 82; 0668802048). Varie le proposte per tè e infusi, dal tradizionale Babington’s (piazza di Spagna 23; 066786027) a Dolci e Doni (via delle Carrozze 85; 0669925001).

«Coccole e camino» è la promessa pomeridiana dell’hotel Eden (via Ludovisi 49; 06478121) che offre tè all’inglese con biscottini, pasticceria e torte di vario tipo. Per trascorrere qualche ora in dolcezza. E, ovviamente, al caldo.

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