«La morte di Paola Bianchi è stata determinata da asfissia per compressione toracica lenta e protratta». A dirlo è la perizia stilata dai tre medici legali delluniversità di Siena chiamati a fare luce sulla morte della giovane collaboratrice Rai il cui cadavere fu trovato il 23 dicembre 2003 in un cespuglio del Gianicolo. I tre periti hanno risposto ai sei quesiti posti dal Gup Maria Grazia Giammarinaro, incaricata di pronunciarsi sulla richiesta di rinvio a giudizio di Luca Marmigi, il fidanzato della Bianchi, che era con lei prima della morte, indagato per omicidio colposo, occultamento di cadavere e simulazione di reato. Quesiti volti a stabilire cause e tempi della morte di Paola Bianchi, leventuale influenza dellansiolitico Dazepam e la causa delle escoriazioni riscontrate sul collo di Paola. «Lassunzione di Dazepam - scrivono i medici - non era idonea a determinare di per se stessa la morte, ma può aver concorso in maniera comunque minimale in quanto vi fu una riduzione della capacità reattiva del soggetto. La lesione a livello del collo era di minima entità, fu prodotta con tutta verosimiglianza post mortem, anche se non è possibile escludere che sia stata prodotta in limine vitae, e fu determinata da meccanismo di tipo abrasivo compatibile con un laccio di vario genere».
In definitiva per i periti, la morte di Paola Bianchi «fu determinata da compressione toracica», e non influirono «la assunzione di cibo né di sostanze esogene».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.