Bici, dentiere e pc scordati in tram: sono 37mila i milanesi distratti

CURIOSITÀ Viene perduto di tutto: perfino un occhio di vetro, lasciato su un sedile in metropolitana

Entri nello stanzone di oltre 350 metri quadrati, ventisei scaffali alti fino al soffitto colmi di oggetti di ogni tipo e misura stipati all'inverosimile, e ti chiedi come si possa dimenticare una bicicletta su un vagone della metropolitana, oppure una macchina da cucire sul sedile di un tram. Al secondo piano di un austero palazzone di via Friuli, già sede di una fabbrica di calzature, dal lontano 11 aprile 1963 opera l'ufficio Oggetti Rinvenuti del Comune.
Nel 2008 di qui sono passati più di 37mila oggetti dimenticati da altrettanti milanesi forse in preda a troppi pensieri, forse troppo frettolosi, forse solo distratti. Di questi, ben 19mila sono stati recuperati dal personale Atm e portati in questo limbo delle cose: la mobilità cittadina (oltre un milione e 500mila persone trasportate ogni giorno sui mezzi pubblici) lascia dietro di sé vittime incolpevoli, oggetti «in sofferenza» - come vengono chiamati nell'omologo e sterminato ufficio parigino di Rue des Morillons - perché orfani dei rispettivi padroni.
Si tratta di oggetti catalogati - la burocrazia usa il verbo repertoriare - cui viene appeso un cartellino attestante la data di ritrovamento. Manufatti che dagli scaffali sembrano dirti: «Sono qui, ti prego, portami via». Ma solo la metà degli oggetti «in sofferenza» riesce a ritrovare la via di casa. Gli altri, dopo un anno di giacenza e due pubblicazioni sull'albo Pretorio del Comune, sono messi all'asta oppure ceduti al ritrovatore se ne fa richiesta, come previsto dal codice civile.
Curiosando tra gli scaffali colpisce il numero impressionante di zaini, borse, borsette, valigie dimenticate, ognuna delle quali contenente un piccolo mondo: tute da ginnastica, agende e biancheria di ricambio, scatolette per il trucco, slip da bagno più accappatoio e ciabattine di plastica (anche i nuotatori sono smemorati). Tra gli scaffali trovi anche biciclette, fasci di ombrelli, racchette da tennis e da ping pong, strumenti musicali tra cui una chitarra di marca. Perfino un ingombrante forno a microonde. C'è una parete intera con appesi centinaia di mazzi di chiavi, monumento multicolore alla sbadataggine che forse farebbe gola a più di un artista.
Le dentiere si sprecano (la domanda sorge spontanea: «Come si fa a smarrire la dentiera») ma ci sono anche «bastoni reggipersona» (leggi stampelle), una carrozzella per invalidi e fino a qualche anno fa pure un occhio di vetro che era diventato l'oggetto clou dell'ufficio. Per stare dietro alla distrazione dei milanesi, in via Friuli lavorano tredici persone che ricevono i «rinvenitori», compilano verbali, schedano gli oggetti, li immagazzinano dopo averli suddivisi per tipologia, si collegano al servizio anagrafe per rintracciare, quando è possibile, gli smarritori e convocarli. Da due anni anche l'ufficio Oggetti Smarriti della stazione Centrale è passato dalla gestione delle Ferrovie dello Stato a quella del Comune.
Ad alimentare questa attività oltre agli addetti Atm che sui mezzi di superficie e sui metrò trovano di tutto, ci sono i vigili della Polizia locale, gli agenti della Polizia di Stato e i Carabinieri. «Ma anche persone comuni - svela Marida Olmari, che è la responsabile del servizio e che ci fa da cicerone insieme a Claudia Ferretti, coordinatrice dell'ufficio - che sacrificano mezza giornata solo per senso civico e si presentano con l'oggetto di valore trovato per strada». La dirigente ci accompagna in un locale - cassaforte dove sono stivati e catalogati videocamere, gioielli, personal computer portatili, apparecchi stereo, macchine fotografiche, telefonini insieme a portafogli che spesso racchiudono ancora il denaro del proprietario e non solo i suoi documenti.

«Nel 2008 - conclude la dottoressa Olmari che ci vuole stupire - la valuta ritrovata a Milano e riconsegnata ai legittimi proprietari è stata pari a 27mila euro. Quella straniera, il corrispettivo di 3 mila euro». Milano città cinica e indifferente?

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