Big bang al Cern: riuscita la collisione

Riuscita al secondo tentativo la collisione di particelle ad altissima energia. L’acceleratore di particelle del Cern di Ginevra ha stabilito il nuovo record mondiale mettendo in circolo due fasci di protoni

Big bang al Cern: riuscita la collisione

Ginevra - Accolta dagli applausi degli scienziati presenti, è riuscita al secondo tentativo la collisione di particelle ad altissima energia, esperimento in corso al Large Hadron Collider, l’acceleratore di particelle del Cern di Ginevra che ha stabilito il nuovo record mondiale per macchine di questo tipo mettendo in circolo due fasci di protoni con un’energia pari a 3,5 TeV. L’esperimento fa anche parte di un progetto di ricerca sui primi istanti di vita dell’universo, pochi istanti dopo il cosiddetto Big Bang.

L'esperimento di collisione Ora i ricercatori dovranno analizzare i dati ottenuti per stabilire se l’esperimento abbia rivelato l’esistenza di nuove particelle o comunque confermato le previsioni del Modello Standard della fisica quantistica. Si tratta di un livello di energia tre volte superiore a quello mai ottenuto fino ad oggi: maggiore l’energia di cui sono dotati i protoni, maggiore la massa delle particelle che trasmettono le varie forze di natura che la loro collisione è in grado di rivelare. Il primo tentativo era fallito dopo che sistema di protezione dell’Lhc - per cause dovute probabilmente a disturbi della rete elettrica o a un fenomeno di accoppiamento circuitale - aveva interrotto i due fasci protonici, rendendo quindi necessaria la loro reimmissione nella macchina.

Il Large Hadron Collider Il Large Hadron Collider (Lhc) è il più grande acceleratore di particelle mai costruito: formato da un circuito di 27 chilometri di lunghezza posto a cento metri di profondità alla frontiera franco-svizzera, era stato inaugurato con successo il 10 settembre 2008 per poi essere spento appena 36 ore dopo a causa di un guasto dovuto a un collegamento elettrico difettoso fra due dei magneti superconduttori della macchina. Nei successivi lavori di riparazione sono stati sistemati altri 53 magneti risultati difettosi, ed apportate diverse migliorie quali un rilevatore di livello di resistenza elettrica che permetterà di escludere l’alimentazione prima che un corto circuito possa danneggiare i componenti della macchina. A regime gli urti fra particelle dovrebbero sviluppare un’energia pari a 14 TeV, un livello che dovrebbe avvicinarsi ulteriormente a quelli sperimentati nei primi istanti di vita dell’Universo.

L'obiettivo dei ricercatori Obiettivo a lungo termine dei ricercatori è quello di verificare l’esistenza delle particelle supersimmetriche e delle dimensioni nascoste previste dalla teoria delle stringhe, oltre a comprendere meglio l’esatta natura della materia ed energia "oscure" che costituiscono gran parte della massa dell’Universo; soprattutto, dovrebbe essere finalmente prodotto il "bosone di Higgs", l’ultima particella prevista dal modello standard della fisica quantistica ancora da scoprire.

Ribattezzata "particella di Dio", sarebbe all’origine della manifestazione della massa (e quindi, di riflesso, della gravità) e la conferma della sua esistenza potrebbe far compiere passi avanti nelle Teorie di Unificazione, verificate per le forze nucleari ed elettromagnetiche ma dalle quali la gravità rimane ancora esclusa.

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