Firenze - Dopo tante chiacchiere la sfida di Renzi è partita. Il sindaco di Firenze, artefice dei "rottamatori", dopo averlo detto e ridetto torna a ribadire che non vuole creare divisioni nel Pd, ma solo portare idee. E' difficile però immaginare che dopo la tre giorni fiorentina tutto resterà come prima. Nel Pd e, più in generale, nella sinistra.
Sul palco gli organizzatori del Big Bang hanno voluto creare un "salotto". Sarà lì che gli ospiti si accomoderanno e prenderanno la parola. Ne sono attesi parecchi: tra gli altri Parisi (promotore del referendum elettorale anti Porcellum) e Chiamparino. Bersani no, è impegnato a Napoli con un'altra manifestazione del Pd che coinvolge i giovani del Sud (che coincidenza!). Accanto ci sono le immagini dei dinosauri, quelli che "si sono estinti da soli". A loro l'ingresso è rigorosamente "vietato".
In collegamento video con Otto e mezzo, il programma di Lilli Gruber su La7, Renzi ribadisce un concetto chiaro: le primarie sono essenziali per il Pd. Quando gli domandano se lui vuole candidarsi... risponde con un sorrisetto: "Per ora no, ma nel futuro credo di sì". Ben vengano però, altre candidature a sinistra, anche in seno al Pd. E Renzi, in questo modo, polemizza direttamente con Bersani, che ha sempre detto che il Pd dovrà esprimere un proprio (unico) candidato. Renzi non ci sta, e indica il modello francese: "La segretaria del Partito socialista, Martine Aubry, era candidata, ma non da sola. Alla fine le primarie le ha vinte François Hollande". Poi ricorda, con una punta di orgoglio: "I francesi le primarie le hanno copiate da noi". Ammettendo subito che, a sua volta, il Pd le ha copiate dall'America. Renzi alle primarie crede moltissimo. E la sua storia lo conferma. Aveva il partito contro, per la candidatura a Firenze. Lui le ha vinte. E poi, a discapito dei tanti che lo vedevano come un candidato troppo debole, ha conquistato la poltrona di Palazzo Vecchio. Il sindaco di Firenze non perde l'occasione per rifilare una stoccata a Bersani, tanto per non farsi mancare nulla: "Ha un'idea del partito novecentesca, con il segretario che decide tutto. Poi sbaglia quando dice che non vuole il nome del leader sul simbolo. Su questa cosa Berlusconi ha ragione...". Ed è proprio su questo punto, sulla personalizzazione della politica avviata dal Cavaliere, che si consuma la maggiore frattura - a livello culturale ma non solo - tra Renzi e il segretario del Pd.
Ancora una volta, però, Renzi ripete che non intende candidarsi. Dunque cosa propone? Lui prova a spiegarsi: "Candidate saranno le idee. Mi aspetto che in questi tre giorni si parli di questo, non di polemiche, coalizioni, alleanze. Parliamo delle questioni vere, degli italiani". E di temi sul tappeto ce ne sono davvero tanti: dagli asili per i bambini alla banda larga...
Tornando all'attualità politica Renzi puntualizza un concetto chiave: "Spero che non ci sia un inciucione per fare chissà che cosa. Spero che si vada il più presto possibile a elezioni.
Se vinciamo noi - ha aggiunto - dobbiamo sapere che cosa facciamo. L'ultima volta che siamo al governo dopo venti mesi siamo andati a casa e questo sarebbe inaccettabile". Il Big Bang è appena partito ma già mostra le prime scintille...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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