BILLY BANG Il virtuoso del violino reduce del Vietnam

«Aperitivo in concerto» con «The Aftermath Band»: gli incubi della guerra spazzati via dal jazz

La stagione di «Aperitivo in Concerto», dopo alcuni spettacoli serali, ritorna agli appuntamenti della domenica alle 11 al Teatro Manzoni che ne spiegano il nome. Domani è di scena il sestetto del violinista Billy Bang con Ted Daniel tromba, James Spaulding sax alto e flauto, Andrew Bemkey pianoforte, Todd Nicholson contrabbasso e Newman Baker batteria che induce a pronosticare uno dei concerti più coinvolgenti della serie. Il direttore ha imposto al gruppo il nome di The Aftermath Band. Il termine aftermath significa «conseguenza», ed è usato generalmente in senso non positivo. Nel caso specifico, qualcuno parla addirittura di «convalescenza».
Bisogna spiegare subito. Dei sei musicisti, due - Bang e Daniel - hanno partecipato alla guerra nel Vietnam e ne hanno riportato le conseguenze psicofisiche che i media, da quarant'anni in qua, hanno più volte sottolineato: questo è il motivo di aftermath. Quando è chiamato alle armi nel 1966, il giovanissimo violinista nero Billy Bang, cioè William Walker che è il suo vero nome, ha 19 anni, essendo nato a Mobile, Alabama, nel 1947. Viene congedato due anni dopo e riprende la professione di violinista e di compositore, ma - osserva Claudio Sessa - «ha vissuto i successivi trent'anni cercando di ignorare o almeno di sopire gli incubi che ne sono derivati, prima di saperli trasformare in affreschi sonori»: tanto più che gli Stati Uniti, intervenuti direttamente in Vietnam nel 1964, ne escono definitivamente soltanto nel 1975. Nel jazz non mancano i riflessi di quel periodo drammatico, seppure in modo indiretto e circoscritto soprattutto ai musicisti che ne sono rimasti coinvolti (più chiara è invece, nello stesso tempo, la traduzione musicale nel free jazz delle lotte dei neri d'America per i propri diritti civili, e forse anche per questo il Vietnam rimane un po'sullo sfondo).
Nondimeno, uno straordinario e sottovalutato trio cooperativo fondato nel 1970 a New York da Leroi Jenkins (violino, viola, flauti, percussioni), Sirone Norris Jones (contrabbasso, trombone, flauti, percussioni) e Jerome Cooper (batteria, percussioni, pianoforte, flauti, flicorno), sciolto nel 1977 per il lavoro troppo scarso malgrado le lodi della critica, dedica nel 1972 due dei suoi cinque long playing al Vietnam (Vietnam I e II). È la prima testimonianza, alla quale poi ne seguono altre, seppure isolate e non sistematiche. Certamente Billy Bang, quando nel 1977 riunisce con John Lindberg contrabbasso e James Emery chitarra lo String Trio of New York, ha presente il Revolutionary appena dismesso e il suo repertorio, ma non traduce in suoni l'angoscia che permane in lui. Tace anche Ted Daniel che svolge un'apprezzata attività di freelance, ma perlopiù al di fuori dei grandi circuiti concertistici, e forse non a caso si dedica all'insegnamento.
Bisogna attendere il 2001 per la pubblicazione del cd di Bang Vietnam: The Aftermath, e il 2005 per Vietnam: Reflections, nel quale compaiono echi musicali orientali per la partecipazione di alcuni musicisti vietnamiti. Si tratta, finalmente, del liberatorio progetto Vietnam che dovrebbe concretarsi in un terzo e ultimo cd.


Fra gli altri musicisti del sestetto, tutti di considerevole spessore, si abbia un occhio di particolare riguardo per il settantenne James Spaulding, sax alto. Quando, a metà degli anni Cinquanta, cominciò ad affermarsi l'hard bop, subito si parlò di due straordinari sassofonisti emergenti: uno era John Coltrane; l'altro, che ebbe minore fortuna, era Spaulding.

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