Capita che ne trovino pezzi sbriciolati sotto il divano. O ne scorgano un panetto aprendo i cassetti. La vita è una scoperta a ogni passo, o a ogni gattonata, se si hanno dai cinque mesi a 5 anni e si vive assaggiando tutto quel che c'è. Così succede di ingerire dell'hashish custodito in casa e di arrivare in fin di vita in ospedale. Sono i pediatri milanesi a lanciare l'allarme, «l'intossicazione a quest'età può portare a conseguenze serissime». Ne conferma la pericolosità il tossicologo Marcello Ferruzzi, referente del Centro antiveleni dell'ospedale Niguarda, «sotto i 5 anni capitano i casi più gravi, ma siamo consapevoli di vedere solo la punta dell'iceberg. Di tutte le intossicazioni possibili in età pediatrica, provocate da detersivi, da anti parassitari o da pastiglie varie recuperate nei portapillole dei nonni, questa è la più sottostimata, perché c'è una resistenza delle famiglie a dichiararla».
Nel 2022 il Centro antiveleni ha registrato 18 intossicazioni da hashish in bambini fino a 5 anni di età, un numero che conferma la media degli anni precedenti, una ventina all'anno. «Soprattutto nei bambini più piccoli, i sintomi iniziali sono poco specifici e l'intossicazione può essere confusa con altre patologie se nessun adulto ha assistito all'ingestione o la sospetta. Per una diagnosi certa è necessario fare opportuni esami del sangue e delle urine».
Ogni anno, al centro Antiveleni del Niguarda arrivano da tutta Italia più di 15.000 richieste di consulenze per dubbia o provata intossicazione provocata da vari agenti (detersivi, disinfettanti, farmaci, tabacco) nei bambini sotto i cinque anni.
«Dopo poco tempo dall'ingestione di hashish i piccoli faticano a stare in piedi e a camminare, barcollano e cadono per la riduzione del tono muscolare. Sono meno reattivi e tendono ad addormentarsi. Le pupille sono dilatate e la frequenza cardiaca aumentata, spesso compaiono difficoltà respiratorie. La situazione può aggravarsi fino al coma e alla comparsa di convulsioni. Non è raro che finiscano in terapia intensiva, di tutte le intossicazioni questa è la più severa perché si rischia la vita».
Non accade lo stesso con la marijuana che si presenta a foglie ed è più difficile che un bimbo ne sia attratto, l'hashish è friabile, si sbriciola, si scioglie facilmente in bocca e si presenta come un dado da cucina.
L'ingestione accidentale da hashish è molto rara sopra i 5 anni. Ma già in età preadolescenziale si registrano casi di esposizione volontaria con evidenti sintomi di intossicazione e necessità di cure in ospedale. Nel 2022 il Centro antiveleni ha registrato 12 intossicazioni da hashish in ragazzini sotto i 14 anni. Nei bambini più grandicelli e nei preadolescenti i sintomi da intossicazione sono simili a quelli dell'adulto con prevalenza di stati di ansia, agitazione, tremori, allucinazioni.
Qual è il rimedio? «Non esiste un antidoto all'hashish, interveniamo sui sintomi e a sostenere le funzioni vitali se compromesse. Se l'ingestione è recente e il bambino è arrivato in ospedale può essere utile la lavanda gastrica e la somministrazione di carbone vegetale che agisce come assorbente del tossico. In caso di agitazione diamo i sedativi. Raccomandiamo di contattare un Centro antiveleni che consiglierà il da farsi. Al solo sospetto di ingestione è sempre necessaria l'osservazione in ospedale. Nella maggior parte dei casi l'intossicazione capita a casa, spesso si registra una resistenza della famiglia ad ammetterlo.
Anche i cani possono essere vittime di intossicazione da hashish con sintomi simili a
quelli dei bambini piccoli. Anche in questi casi si trova la scusa che l'animale abbia ingerito la sostanza durante una passeggiata al parco, mentre il luogo dove l'intossicazione avviene con maggiore frequenza è la casa».
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