Roma - "La legge sul testamento biologico approvata a Palazzo Madama è frutto del libero convincimento dei senatori, i quali non solo non possono essere tacciati in alcun modo di clericalismo, ma hanno avuto la possibilità di esprimersi nella libertà della loro coscienza anche rispetto ai gruppi di appartenenza, anche quando, come nel caso del Pdl, all’esito di una lunga, approfondita e laica discussione si era giunti all’individuazione di una linea largamente maggioritaria". Lo dichiarano Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello, capogruppo e vicecapogruppo del PdL al Senato precisando di non accettare "lezioni di laicità".
La posizione di Fini Ieri sera, dal palco della festa del Partito Democratico a Genova, Fini aveva annunciato la volontà di "correggere alla Camera" il testo sul biotestamento. "Non si tratta di favorire la morte ma di prendere atto della impossibilità di impedirla" e il testo in questione "difetta" perché "non tiene conto di questo principio". Fini aveva, poi, ribadito alla platea della festa democratica che da parte sua "non c’è nessuna crociata contro i cattolici" ma che su questi temi "deve decidere il Parlamento".
La frenata del Pdl I vertici del Pdl a Palazzo Madama ha fatto presente a Fini che "nei circa sessanta voti segreti che hanno accompagnato l’approvazione del ddl Calabrò, e specialmente sugli articoli maggiormente 'contestati' come quello su idratazione e alimentazione, i voti favorevoli sono stati di gran lunga superiori a quelli della maggioranza". Il Pdl ha, infatti, rivendicato "al Senato di aver fatto un buon lavoro, restituendo al Parlamento le sue prerogative minacciate da indebite invasioni di campo, e individuando secondo coscienza un’alta sintesi tra la libera determinazione del paziente ancor prima che dei suoi familiari, il rispetto del ruolo del medico in un quadro di alleanza terapeutica, il diritto inalienabile alla vita e il laico principio di civiltà per il quale nessuno nel nostro Paese possa morire di fame e di sete per mano dello Stato".
Gli auspici di Gasparri Proprio per questo Gasparri ha auspicato che "il dibattito alla Camera possa migliorare ulteriormente il testo della legge, ma non possiamo accettare che ai senatori del PdL vengano impartite lezioni di laicità". "Anche perchè - hanno, poi, concluso Gasparri e Quagliariello - in questa fase storica assai più che dal clericalismo la laicità è minacciata da quel dogmatismo in cui non di rado incorrono anche i paladini di una presunta laicità che in questo modo si trasforma in laicismo".
Riproporre il ddl Eluana La proposta del ministro Sacconi di riproporre la "leggina" varata durante il caso Eluana, che vieta di interrompere alimentazione e idratazione, è "una proposta di mediazione, visto che su questo punto allora si registrò l’unanimità nella maggioranza, e non era distante neanche la bozza di minoranza che considerava alimentazione e idratazione non terapie". Il sottosegretario al Welfare, Eugenia Roccella, legge la proposta di sacconi come "una mano tesa a chi pensa ci sia bisogno di maggiore discussione". Vietare lo stop a alimentazione e idratazione, in sostanza, sarebbe l’unico articolo del nuovo ddl, che verrebbe varato a settembre in attesa di un testo più ampio sul testamento biologico. Un intervento urgente "per evitare altri casi Eluana, visto che molti giovani hanno lasciato testamenti biologici sul web senza però un reale consenso informato".
Una norma breve, "di preoccupazione" la definisce Roccella, che però all’epoca il Quirinale bloccò: "Ma allora il Capo dello Stato non ritenne ci fossero i presupposti di urgenza per varare un decreto, stavolta si tratterebbe di una legge votata dal parlamento".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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