Birra, compagna dell’estate: c’è anche quella aromatizzata

Con un birraio capitolino consigli, curiosità e tendenze di una bevanda che va bene a tutto pasto. Sì, anche sul dessert...

Chiara Cirillo

Cerveza, pivo, beera o beer: chiamatela come volete ma è pur sempre birra. Bionda o doppio malto, aromatizzata o «corretta», quello di noi italiani per la birra è un amore stagionale, come un flirt vacanziero. Ne beviamo soprattutto d’estate, mentre il resto dell’anno le preferiamo altre bevande. Tanto che con i nostri 29 litri pro capite siamo molto indietro nella classifica europea dei consumi, dietro a Irlanda, Germania, Regno Unito, Belgio, ma anche Gracia e Spagna.
I punti forti della birra sono la freschezza, la leggerezza e il minor costo rispetto al vino. Ma districarsi tra le centinaia di etichette che troviamo in commercio non è cosa facile. Una recente indagine condotta dall’Assobirra (associazione industriali della birra e del malto) ci dice che come aperitivo meglio scegliere birre più amare che «aprono lo stomaco», per un antipasto andranno benissimo lager mediamente luppolate, mentre per i primi orientiamoci pure su birre leggermente frizzanti, se si tratta di amatriciana o carbonara una birra poco acida e corposa ne esalterà il gusto. Per un secondo di pesce ci vorrà una birra più aromatica, per le carni invece è bene sapere che quelle bianche si abbinano con birre chiare frizzanti mentre le rosse si sposano con birre più ambrate. Se è nell’aria un barbecue poi, attenzione alle carni alla griglia: rilasciando grasso diventano molto salate, motivo per cui si abbinano a birre leggere e amare, che ne smorzano il gusto. E adesso, la vera sorpresa! Birra e dessert: ebbene sì, la bionda va benissimo anche a fine pasto. Se il dolce è a base di frutta, va a braccetto con le più alcoliche Kriek e Framboise. Se è alla cioccolata, va provato con una Cream Stout britannica o una Scotch Ale molto alcolica.
Tra i produttori romani c’è Alessandro Canella, mastro «birraio» assieme a Fabio Verzieri di «Stazione Birra», uno dei rarissimi birrifici artigianali della capitale (via Placanica, 172). Il locale del quartiere Appio aprì una decina di anni fa, dopo due anni passati in giro per l’Europa. Ed è unico nel panorama romano per prezzi equi e ottima musica dal vivo. Tra le novità 2006 c’è la birra aromatizzata. E c’è solo l’imbarazzo della scelta: «Cannella, cardamomo, vaniglia, rhum - elenca Canella - ma ci si può sbizzarrire con discrezione, l’essenziale è profumare la birra non modificandone il sapore. E senza avvalersi dell’aiuto della chimica. Se devo usare la cannella, uso quella vera». Secondo Canella a Roma il patito della birra è meno tecnico, «ci sono pochi esperti e tanti amatori che non conoscono le birre speciali e d’istinto chiedono la più diffusa bionda. Ma dopo aver bevuto la rossa doppio malto o quella di grano, non la cambiano più». Il gentil sesso è il più curioso e divertito dalle divagazioni del malto. Ama la birra piace fruttata, come la rossa doppio malto ai frutti di bosco, squisitamente dolce e dissetante. Gli «under 25» poi un po’ per sentirsi grandi e un po’ perché fa «tendenza», la vogliono alcolica, dal gusto più luppolato. Ma qualunque sia la nostra birra, una degustazione può chiamarsi tale solo se inizia con il bicchiere giusto: «Dalla combinazione della forma del bicchiere con il colore e la schiuma della birra ha inizio il piacevole gesto.

La schiuma dev’essere alta quasi due dita, perché a contatto con l’aria la birra si ossida e la spuma bianca preserva profumi e prodotto. Inoltre, per degustare al meglio una pinta di birra è importante la temperatura che si aggira intorno agli otto gradi». Insomma, bionda o bruna che sia, a ciascuno la più giusta per l’estate!

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