Bisogna punire chi sfrutta i «vu' cumprà»

Iniziata la stagione balneare, puntuali e in aumento i venditori della varia mercanzia di pessimo gusto si aggirano tra gli ombrelloni con invadenza fastidiosa che non ha rispetto se una persona è al telefono o impegnata in una conversazione. Addirittura se si è assopiti non hanno scrupolo a svegliarci. Non concedono un attimo di tregua. Ma cosa si deve fare per godersi un po' di libertà e di tranquillità senza subire questo assedio illegale?

Amedeo Lidonnici

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Caro Amedeo, se nessuno di noi comprasse anche un solo monile da questi venditori in breve ci si libererebbe da questo fastidioso assedio. Il mercato, anche quello abusivo, si basa sulla regola della domanda-offerta: niente domanda, nessuna offerta. E invece spesso cadiamo in tentazione credendo di fare un affare che solo raramente si rivela poi tale. Oppure pensiamo semplicemente di dare una mano a un disgraziato senza pensare che il più delle volte stiamo invece finanziando associazioni criminali se non addirittura mafiose. Quello degli abusivi sulle spiagge è infatti un vero e proprio racket gestito da capibastone che a sera lasciano solo pochi euro in tasca a venditori sfiniti dal caldo e dai chilometri percorsi.

Commercio abusivo, evasione fiscale, vendita di merce non a norma, sfruttamento del lavoro: secondo lei, se un commerciante italiano commettesse ogni giorno tutti questi reati, che fine gli farebbero fare vigili urbani, Equitalia e magistrati? Noi, con il nostro atteggiamento, saremo anche complici di questa vergogna, ma gli amministratori e le forze dell'ordine che chiudono un occhio e lasciano fare per quieto vivere, oltre che provocare un danno ingente alle economie locali, commettono un reato ben più grave che è l'omissione di atti d'ufficio. Ci vorrebbe un bel giro di vite.

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