Bizzarri tra i banchi del D’Oria «spiega» l’arresto di Provenzano

Il comico genovese torna al liceo per promuovere il film «E se domani»

Paolo Bertuccio

Ricordi, sorrisi, abbracci con gli insegnanti del tempo che fu e, già che ci siamo, un po' di veleno politico e qualche dichiarazione sopra le righe. Il trionfale ritorno in veste di ex allievo tra le mura del liceo D'Oria dell'attore comico Luca Bizzarri, che sta promuovendo il film «E se domani» girato con l'inseparabile Paolo Kessisoglu, avviene in mattinata. Risultati elettorali ancora caldi come la focaccia e, altrettanto fresca, la notizia della cattura del boss mafioso Bernardo Provenzano. E allora, prima di salire in cattedra per ricordare insieme a studenti e professori i bellissimi anni passati, a dire il vero, più in giro per i corridoi che sui banchi, per la «iena» della fortunatissima trasmissione di Italia Uno la tentazione è troppo forte, e non ce la fa ad astenersi dal tirare una zampata a Silvio Berlusconi: «Ve lo dico com'è andata - annuncia scherzando ma non troppo ai giornalisti che lo circondano e a qualche alunno incuriosito -: Provenzano lo hanno preso già da qualche giorno, ma Berlusconi ha tirato fuori la notizia solo adesso così non si parla più delle elezioni».
Una pregevole perla di fantapolitica, dopo la quale sarebbe lecito aspettarsi un diluvio di proclami e frecciate al vetriolo nei confronti della CdL, già tanto bistrattata dal duo comico sui teleschermi. Una volta preso in mano il microfono, però, Bizzarri smette i panni del politologo improvvisato, ma non per questo rinuncia al suo personaggio di discolaccio cresciuto, un po' divertito e un po' annoiato dal carattere formale (siamo pur sempre al D'Oria) dell'incontro: «Ragazzi, mi sembra di stare al mio funerale», sbotta dopo che, per l'ennesima volta, una prof ricorda che «era un ragazzo tanto simpatico». Sorriso tra i più beffardi stampato in faccia e un'idea tutta personale della legge. «Col senno di poi - riflette - avrei dovuto passare un po' più di tempo sui libri e farmi meno canne». «Ma non si dice…», lo rimprovera un po' imbarazzata un'insegnante. «Non si dice ma si fa», è la risposta sorniona dell'attore. Che, nonostante le dichiarate trasgressioni, afferma di non condurre un'esistenza così folle: «Non crediate che la vita dell'attore sia solo svegliarsi a mezzogiorno e fare quel che si vuole. Forse Costantino vive così, ma per recitare da professionisti bisogna essere quadrati ed esercitarsi sempre».
L'incontro è una rassegna di ricordi di scuola, con Bizzarri prodigo di consigli, anche piuttosto elaborati, su come copiare un compito di matematica o bigiare una malefica interrogazione di filosofia. Ma l'ex alunno riconosce con gratitudine il valore della preparazione datagli dal D'Oria: «La maturità l'ho data presso un istituto privato, dopo quattro anni passati qui. Be', sono riuscito a prendere un bel voto preparandola in tre giorni. Ero talmente tranquillo che la sera prima dell'orale sono andato a giocare a poker…».
Ma ai ragazzi interessano discorsi di altro tipo. Ad esempio, com'è dal vivo la neo-«iena» Cristina Chiabotto? «Bella, bellissima.. E poi sa ballare. Di questi tempi, trovarne una che sa fare almeno una cosa è già un risultato». E così, dopo pochi accenni alla loro carriera televisiva, si arriva a quello che per Luca e Paolo è il leit motiv di questi giorni. La promozione di «E se domani», che uscirà nelle sale giovedì e vede il duo affiancato dalla bravissima Sabrina Impacciatore, comincia da Genova, e non solo perché si tratta della città con cui i due ragazzi terribili hanno ancora un forte legame: «Si dice che Genova fosse il banco di prova per gli spettacoli di Totò: se funziona con il pubblico genovese, funziona ovunque». Si tratta di «un film diverso da qualunque cosa abbiamo mai fatto. Una storia d'amore in cui si ride molto».

Il motivo conduttore di «E se domani», naturalmente, è la famosa canzone di Mina. «Infatti qualche detrattore ha detto che l'unica cosa bella del film è la colonna sonora», sorride Bizzarri. Mal che vada, il pubblico, anziché a vederlo, andrà ad ascoltarlo.

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