Via Padre Luigi Monti, una strada milanese a due passi dal Niguarda, fino a poco tempo fa era zona franca. Ne sanno qualcosa gli investigatori del commissariato Greco-Turro che, ogniqualvolta, negli ultimi 2-3 anni, osavano contrastare il dominio della famiglia mafiosa Pesco - palermitani emigrati a Milano una quindicina di anni fa - controllando le abitazioni e chi ci viveva dentro (anche per frenare il forte degrado dellarea precipitata nei tentacoli dello spaccio), si trovavano a fare i conti addirittura con gli stessi residenti. Una sorta di sollevazione popolare contro la polizia, quindi? In un certo senso sì. Perché Giovanna Pesco, 57 anni, la figlia Anna Cardinale, 39enne e il compagno di questultima, Omar Moreschi, 29 anni, gestivano loccupazione abusiva di una ventina di appartamenti comunali dello stabile al civico 16 (alcune sono case Aler, ma non tutte) come fossero loro e creando una generale atmosfera di paura e intimidazione tra la gente del posto: con affitti variabili tra gli 800 e i 1500 euro al mese, la Pesco (soprannominata per questo «signora Gabetti» come la nota titolare dellomonima agenzia immobiliare) affittava abitazioni a chi era in cerca di un tetto. Naturalmente «laffitto» veniva pagato in nero.
Ieri allalba, con un blitz della polizia, Giovanna Pesco, la figlia e il genero (già tutti con precedenti di polizia) sono finiti in manette con laccusa di associazione a delinquere finalizzata alloccupazione abusiva e, dopo una dozzina di perquisizioni sempre negli appartamenti di via Monti, altrettante persone sono state denunciate a piede libero.
«Le indagini hanno preso il via ad agosto dopo la denuncia di Frediano Manzi, presidente dellassociazione Sos usura e sono andate avanti con difficoltà proprio per il clima di paura creatosi tra i residenti» spiega il dirigente della squadra mobile Alessandro Giuliano i cui investigatori, con i colleghi di Greco Turro guidati da Manfredi Fava, hanno portato a termine loperazione di ieri. E aggiunge: «Lintervento dello Stato, però, si è rivelato possibile. Quindi, chi fosse a conoscenza di simili situazioni, ce lo faccia sapere».
«La politica degli sgomberi è una priorità, ma è necessario definire un coordinamento degli interventi tra Procura, polizia municipale e forze dell'ordine - ha voluto sottolineare lassessore regionale alla protezione civile e prevenzione Stefano Maullu -. È importante che la logica degli arresti domiciliari cambi. Ne ho discusso con il procuratore aggiunto Alberto Nobili chiedendo un suo intervento affinché i pregiudicati siano allontanati dai quartieri a rischio».
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