Gli elettori americani sono stati chiamati a decidere chi sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti. Kamala Harris e Donald Trump si sono sfidati in una campagna senza esclusione di colpi, incentrata sia sulle questioni interne e gli attacchi personali, sia sui grandi temi della politica internazionale. Tra questi, la guerra in Medio Oriente potrebbe essere determinante per assegnare la vittoria al candidato del Gop.
Gli elettori arabi ed ebrei, infatti, hanno iniziato ad abbandonare il fronte democratico. Colpevoli di questo allontanamento, il sostegno dell’amministrazione Biden allo sforzo bellico di Israele e le posizioni che Harris ha espresso durante la campagna elettorale. I voti di queste due minoranze, però, sono preziosi negli “swing States” e pare che il team di Kamala abbia cercato di correre ai ripari. La Cnn ha rivelato che i democratici hanno trasmesso messaggi molto diversi nei vari Stati in bilico, in modo da intercettare le preferenze di entrambi i gruppi.
In Michigan, membro dell’Unione che ospita la più grande popolazione araba negli Usa, lo spot di Harris è incentrato sulle sofferenze della popolazione di Gaza e sul suo proposito di “non restare in silenzio” di fronte a quanto sta accadendo. In Pennsylvania, invece, il messaggio trasmetto agli elettori è incentrato sull’incrollabile supporto a Israele. “Sosterrò sempre il diritto di Israele a difendersi e mi assicurerò sempre che Israele abbia la possibilità di difendersi”, tuona nello spezzone ripreso dalla Cnn, aggiungendo che il popolo ebraico non dovrà più subire un altro avvenimento atroce come il 7 ottobre. Toni e contenuti opposti, dunque, tagliati ad arte per recuperare terreno tra due gruppi opposti e in conflitto, ma che paradossalmente potrebbero trovarsi a votare dalla stessa parte.
Al contrario, Donald Trump ha basato il suo messaggio agli elettori ebraici sul fatto che una vittoria di Harris equivarrebbe alla fine dello Stato di Israele.
La sua posizione sulla fine della guerra è ambigua, ma ha dalla sua parte l’aver creato gli accordi di Abramo, una base per un possibile futuro di pace in Medio Oriente e una garanzia per i Paesi sunniti che temono l’Iran. Una posizione, questa, capace di parlare meglio a entrambi i gruppi e, potenzialmente, far pendere l’ago della bilancia in suo favore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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