Gabriele Albertini, sindaco dal 1997 al 2006, le violenze di Capodanno, la morte di Ramy, il Salva Milano, cosa sta succedendo a Milano? La città da sogno con Expo si sta trasformando nella città da incubo?
«Al di là delle diverse appartenenze politiche, voglio esprimere la mia solidarietà umana a Beppe Sala: il sindaco di Milano porta il peso di un ministero di serie A e la responsabilità di un amministratore delegato di una grossa impresa di servizi, dove gli azionisti sono gli stessi clienti».
Venendo alle singole questioni...
«Innanzitutto la criminalità da strada che si manifesta nel quotidiano percepito dai cittadini e questo è confermato dalle statistiche: si evidenzia, cioè, un aumento dei reati predatori che suscitano più preoccupazione tra i cittadini proprio perché colpiscono un pubblico indistinto. Ma poi...».
Cosa?
«Dispiace rilevare che nelle statistiche oltre il 40% dei reati predatori sono commessi da meno dell'1% della popolazione residente. Il che significa che vengono commessi da immigrati irregolari che vivono in una condizione di generosa accoglienza, per cui hanno un tetto sotto cui dormire e un piatto con cui sfamarsi. Per il resto hanno un'enorme quantità di tempo a disposizione, nessun impiego e diventa quasi inevitabile che alla fine commettano reati di qualsiasi tipo. Per questo il fenomeno dell'immigrazione irregolare deve essere fermato, cosa che il governo Meloni sta cercando di fare con un gesto forte come il centro di raccolta in Albania».
L'atteggiamento del sindaco sulla sicurezza semra essere cambiato. Anche il fatto di non avere voluto organizzare il concerto di Capodanno per non spendere un milione di euro, nascondeva forse timori per l'allerta terrorismo e per il rischio che succedesse qualcosa con migliaia di persone in piazza. Anche nel presentare la riorganizzazione del corpo della polizia locale ha mostrato di essere consapevole del problema sicurezza.
«Abbiamo assistito a un lento ravvedimento operoso del sindaco: dal negare una realtà evidente ad annunciare il ritorno dei vigili di quartiere che noi avevamo inventato, grazie a una campagna di assunzioni massiccia e una dura contrattazione sindacale. Così è apprezzabile il fatto che l'amministrazione abbia ricominciato ad assumere nuovi ghisa. Trovo positivo il modo di fronteggiare questo scenario inquietante».
Dopo le dichiarazioni bisogna vedere i fatti, migliorare cioè la sicurezza in città.
«Per rigenerare qualcosa occorre molto tempo, ora è indubbio che in città esista un problema sicurezza. Ognuno può raccontare episodi più o meno spaventosi: mia moglie è stata scippata a City Life in pieno giorno delle sue catenine che le sono state strappate dal collo, io ho rischiato di venire bullizzato da un gruppo di giovani nordafricani».
Tra le varie situazioni che sembrano essere sfuggite al controllo della giunta, le inchieste dell'urbanistica e soprattutto l'opposizione del Pd al Salva Milano.
«Bene che il governo abbia riconosciuto la criticità da risolvere e l'abbia affrontata. Detto ciò, ho apprezzato l'atteggiamento del sindaco che ha minacciato le dimissioni se il suo partito di riferimento non si comporta in modo coerente con il mandato elettorale. Sarebbe un atto di estrema lealtà da parte di Sala verso il suo elettorato dimettersi qualora il Pd non approvasse il Salva Milano, facendo cadere la maggioranza e costringendo i partiti a elezioni anticipate. Io avevo firmato la lettera di dimissioni da sindac se si fosse riscontrata un'incoerenza della maggioranza».
Legata al tema urbanistica, c'è la spinosissima questione dello stadio: anche in questo caso, Sala è rimasto ostaggio della sua maggioranza, senza prendere una decisione in 5 anni.
«L'atteggiamento di estrema prudenza per non scontentare nessuno, ha dimostrato come fosse ostaggio dei Verdi talebani. Anche perché le cose non si risolvono mai da sole».
Ultima grossa grana, la rivolta del Corvetto che ha scoperchiato la piaga delle periferie.
«Ammettere l'errore è essere a metà dell'opera. Abbattere San Siro avrebbe dato soddisfazione alle squadre, regalato alla città un nuovo impianto e riqualificato il quartiere popolare. Ma di nuovo i Verdi talebani e la sinistra, contrari al consumo di suolo, hanno fatto perdere un investimento di alcuni miliardi di euro».
Investimenti erano previsti anche nel Piano periferie del primo mandato, diventato Piano dei quartieri e poi scomparso.
«Sembra che il governo cittadino non abbia una aaedership funzionale allo sviluppo della città. Il che significa modernità, innovazione e crescita e non certo le piste ciclabili».
Con la mancata approvazione del Salva Milano sta perdendo miliardi investimenti, oltre agli oneri di urbanizzazione.
«Il valore di City Life è salito del 60%, così il costo della vita sta diventando troppo
alto per alcune categorie professionali come tramvieri, studenti, insegnanti e poliziotti. Serve un correttivo per cui a ogni sviluppo immobiliari deve corrispondere una quota di edilizia convenzionata e di housing sociale».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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