Bnl, indagato il club del contropatto

Scalata di Unipol: nel mirino dei pm Fazio, Caltagirone, Ricucci, Coppola e Statuto

Bnl, indagato il club del contropatto

Milano - Prima la pubblicazione sui giornali delle intercettazioni e dei verbali di Stefano Ricucci, poi la decisione della procura di Roma di iscrivere cinque personaggi eccellenti nel registro degli indagati per la scalata di Unipol a Bnl: si tratta degli imprenditori Francesco Gaetano Caltagirone, Danilo Coppola, Stefano Ricucci, Giuseppe Statuto e dell’ex Governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio. I reati ipotizzati, a seconda delle posizioni, sono aggiotaggio, insider trading e ostacolo all’autorità di vigilanza.
Il 30 maggio scorso il Nucleo valutario della Guardia di finanza aveva consegnato ai pm Giuseppe Cascini e Rodolfo Sabelli un rapporto in cui ricostruivano nei dettagli le frenetiche trame sviluppatesi nell’estate del 2005 quando l’Unipol di Giovanni Consorte e Ivano Sacchetti aveva sfidato gli spagnoli di Bbva combattendo una furiosa battaglia per la conquista di Bnl.
In questa partita, delicatissima, Consorte aveva condotto un pressing stringente sugli immobiliaristi raccolti nel cosiddetto contropatto e titolari di un robusto pacchetto pari al 27 per cento delle azioni Bnl: Caltagirone, Statuto, Coppola, Ricucci e con loro l’Udc Vito Bonsignore e i fratelli Lonati.
L’obiettivo di Consorte era raggiungere la maggioranza assoluta e per questo aveva stretto alleanze a destra e sinistra coinvolgendo nella partita la Hopa di Chicco Gnutti, cooperative rosse, banche italiane, compresa la Bpi di Giampiero Fiorani, e straniere: un’armata variopinta pronta a rastrellare tutto il rastrellabile, comprese le strategiche quote del contropatto.
Le intercettazioni, pubblicate la scorsa settimana, descrivono quelle fibrillazioni di metà luglio. Ecco Consorte che dialoga con D’Alema e D’Alema che gli spiega la richiesta di Bonsignore: vuole, in cambio di un’alleanza con Unipol, «una contropartita politica»; nelle stesse ore il segretario dei Ds Piero Fassino incontra il presidente Bnl Luigi Abete. Abete gli spiega di rappresentare gli interessi di «Della Valle e Generali», ma il meeting non ha gli effetti sperati; nei giorni successivi si scopre che Abete sta dallpaltra parte e che «si è lavorato Prodi».
Piano piano, però, il disegno di Consorte sembra realizzarsi. Le alleanze si rafforzano, alla fine quelli del contropatto il 18 luglio escono allo scoperto e vendono al fronte pro Consorte; il presidente di Unipol lo stesso 18 luglio lancia l’Opa. La partita sembra vinta. Ma è solo un’illusione.
Gli inquirenti hanno ricostruito tutta la movimentazione dei titoli Bnl da parte del contropatto. Il sospetto è che quelle acquisizioni fossero accompagnate da speculazioni e plusvalenze per milioni di euro. La Procura ha poi vagliato l’interpretazione estensiva che Fazio diede delle norme bancarie; la norma vieta infatti a uno o più imprenditori in cordata di superare il 15 per cento del capitale di una banca. In pratica Fazio avrebbe favorito il contropatto - consentendogli di crescere fino al 27 per cento - e le mosse anti Bbva messe in atto già in maggio da Caltagirone; avrebbe fermato Bbva e aiutato poi Consorte a raggiungere il 50,1 per cento aggregando intorno al contropatto gli altri soggetti, dalle coop a Hopa. In questo modo il Governatore si sarebbe reso responsabile di aggiotaggio.
Nello stesso filone sono indagati da tempo Consorte, Sacchetti, Gnutti e i fratelli Lonati.

Ora l’inchiesta sembra giunta a un punto decisivo e Antonio Di Pietro lo sottolinea: «La giustizia è lenta ma è inesorabile, così come dev’essere ed è giusto che sia. Ora si tratta di capire se in questa scalata ci sono solo queste persone o anche loro sponsor».

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