La Boldrini? Non pericolosa ma inutile

Leggo che l'ultima strampalata trovata della Boldrini è l'istituzione di una commissione parlamentare di studio sull'introduzione del reato di islamofobia. Questo la dice lunga sulla distanza abissale che divide la Presidente dai comuni mortali. Se in questa difficile situazione sociopolitica, questa è una delle priorità della terza carica dello Stato, o siamo messi veramente male, o la titolare non è all'altezza del mandato. La Boldrini ha evidenziato la propria sudditanza intellettuale all'islam che stride violentemente con il suo dichiarato intento di eguaglianza in tutti i campi tra uomini e donne. Il suo irrefrenabile filo-islamismo, arricchito da questa ulteriore perla di saggezza, non sarebbe passato inosservato nell'Angolo del nostro Granzotto che, sono certo, le avrebbe riservato un trattamento di riguardo, come sempre accadeva in ossequio alle strampalate iniziative della Presidente.

Rocco Bruno

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Caro Rocco, non posso deludere la sua aspettativa di procedere nella scia del grande Granzotto. Nel merito dell'operato di questa comunista da salotto paracadutata sulla terza poltrona dello Stato diamo per noti i giudizi già espressi su questa colonna. Vorrei però aggiungere una considerazione. E cioè che alla dannosa inutilità della Boldrini si aggiunge l'assoluta inutilità della carica che ricopre, cosa che quantomeno attenua i danni che la signora vorrebbe provocare. Dal Regno d'Italia, basti citare Crispi, alla fine della Prima Repubblica, la presidenza della Camera era affidata a persone di alto rango e costituiva un trampolino verso il Quirinale. Dei dieci presidenti dell'assemblea in epoca primarepubblicana, ben sei sono diventati Capo di Stato: Gronchi, Saragat, Leone, Pertini, Scalfaro e Napolitano.

Poi, con la Seconda Repubblica, il buio: la Pivetti presenta programmi tv, Violante è scomparso, Casini fa casini, Bertinotti si è ritirato a vita privata e Fini è ai giardinetti. Sono certo che la Boldrini non interromperà questa tradizione e presto, se Dio vuole, non ne sentiremo più parlare. Dai, che manca poco.

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