Da domani i bambini di Borgosesia, Varallo e Quarone, in provincia di Vercelli, saranno i primi in Italia a tornare sui banchi di scuola. Sebbene il ministro grillino dell'Istruzione Lucia Azzolina abbia più volte espresso la volontà di riaprire i cancelli soltanto a partire da settembre, il deputato leghista Paolo Tiramani, sindaco di Borgosesia, prima di ogni altro ha deciso di sfidare il governo Conte e violare i suoi divieti. Lo abbiamo intervistato per capire i motivi di tale scelta.
Perché ha intrapreso questa iniziativa?
“Tante famiglie ci chiedevano una mano nella gestione dei figli perché, con la fine del lockdown, ambedue i genitori sono tornati a lavoro”.
Quindi ha deciso di sfidare il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina?
“Il ministro non ha dato nessun tipo di indicazione e, quindi, noi, trovando una piega nella norma, abbiamo deciso, una volta avuto il parere della Regione, abbiamo fatto una delibera di giunta e iniziamo questo servizio sperimentale a partire da domani”.
Di quale piega sta parlando?
“Sul decreto Cura Italia c’è una norma che prevede di riattivare, se possibile, le cooperative che già lavorano con il Comune. Poi nel Dpcm non si parla in alcun modo di assistenza ai minori, ma di servizi educativi. Quello di domani non è servizio educativo, ma una sorta di baby-sitteraggio allargato”.
Non ha paura che la curva dei contagi cresca?
“No, perché siamo un territorio dove ci sono stati pochi contagiati. Solo 38 su 13mila abitanti e 8 decessi, tutte persone anziane e pluripatologiche”.
Quali precauzioni ha adottato?
“Abbiamo fatto proprio oggi i test seriologici a tutti e 8 gli operatori che a rotazione si occuperanno di 21 bambini. Faremo le pulizie e la sanificazione giornaliera, come da protocollo sanitario”.
Dal ministero dell’Istruzione, però, ha inviato una lettera che blocca il vostro progetto e vieta l’uso dell’edificio scolastico dato in concessione al ministero. Andrà avanti lo stesso?
“Sì, crediamo in questo progetto e useremo locali comunali perché vogliamo dare una risposta ai cittadini. Se il governo vuole impugnare la nostra delibera deve dare una risposta a chi non sa come poter gestire i propri figli".
Quanto fatto finora dal governo
non basta?"No, il congedo parentale, l’unico strumento che hanno messo a disposizione, dura tre settimane lavorative. Non si può andare avanti così fino a settembre. Quelle, chiaramente, sono misure inefficaci”.
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