Intesa Sanpaolo alza le stime di utile 2025 a 9 miliardi

Il Ceo Messina: "A novembre 3 miliardi di acconto sul dividendo". I profitti dei primi nove mesi crescono del 14%.

Intesa Sanpaolo alza le stime di utile 2025 a 9 miliardi

I risultati trimestrali di Intesa Sanpaolo, la principale banca italiana, sono talmente positivi che non solo l’istituto guidato dal Ceo Carlo Messina ha confermato le stime di utile netto 2024 a 8,5 miliardi di euro, ma ha anche rivisto al rialzo quelle per il 2025 a 9 miliardi di euro (6,5 miliardi la stima iniziale del Piano 2022-2025 presentato nel febbraio di due anni fa). «Nel 2024 contiamo di conseguire un utile netto superiore a 8,5 miliardi di euro, frutto di significative azioni volte a una ulteriore sostenibilità dei risultati, mentre l’obiettivo di utile netto per l’esercizio 2025 è stato aumentato a circa 9 miliardi di euro, grazie all’elevato potenziale della nostra banca di sviluppare la redditività in via organica», ha dichiarato Messina commentando i risultati dei primi nove mesi dell’anno.

«Nei primi nove mesi del 2024 – ha aggiunto il consigliere delegato e Ceo - l’utile netto è stato di 7,2 miliardi di euro (+17,1% annuo), di cui 2,4 miliardi nel terzo trimestre (+3% annuo). Dei dividendi cash - pari a 5 miliardi - maturati al 30 settembre, circa 3 verranno distribuiti ai nostri azionisti a novembre come interim dividend».

La Borsa ha reagito positivamente ai numeri e alle 15 Intesa sale dello 0,7% a 3,97 euro.

Un colosso europeo

Messina ha poi voluto sottolineare che «siamo i primi nell’Eurozona per crescita dei ricavi e nel rapporto tra commissioni e attività assicurativa rispetto al totale dei ricavi». I risultati dei primi nove mesi del 2024, ha rimarcato, «confermano Intesa Sanpaolo leader a livello europeo: il valore di Borsa raggiunto (72,8 miliardi di euro; ndr) ci colloca nello stesso raggruppamento di Bnp Paribas e Santander, banche con una dimensione di bilancio ben superiore alla nostra». Il contesto relativo ai tassi di interesse, ha proseguito, «è in evoluzione, potremo tuttavia affrontarlo con successo grazie alla significativa diversificazione del nostro business model e al risparmio che ci affidano famiglie e imprese che al 30 settembre 2024 ammonta a circa 1.400 miliardi, in crescita di oltre 135 miliardi dal 30 settembre 2023».

I numeri

Nei primi 9 mesi del 2024 l’utile operativo è aumentato del 14,2% annuo a 12,4 miliardi. I proventi operativi netti sono cresciuti dell’8,5% a 20,4 miliardi. In particolare, gli interessi netti sono saliti dell’11,5% a 11,9 miliardi, le commissioni nette del 7,9% a circa 7 miliardi, mentre il risultato dell’attività assicurativa è ammontato a 1,3 miliardi (+2,8%). Il rapporto cost/income (l’incidenza dei costi operativi sui ricavi) è al 39,1%, tra i migliori nell’ambito delle maggiori banche europee;

Le rettifiche su crediti sono diminuite del 13,3% a 792 milioni. A fine settembre 2024, l’incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi è stata pari all’ 1,1% al netto delle rettifiche di valore e al 2,2% al lordo. Considerando la metodologia adottata dall’Eba (l’Authority europea di vigilanza sulle banche), l’incidenza dei crediti deteriorati è pari allo 0,9% al netto delle rettifiche di valore e all’1,9% al lordo. Il livello di copertura specifica dei crediti deteriorati era al 50,8% a fine settembre con una copertura specifica della componente costituita dalle sofferenze al 69,7%. Il buffer di riserva sui crediti in bonis è pari allo 0,5%.

L’impegno per il sistema Italia

Intesa Sanpaolo nei primi nove mesi dell’anno ha fornito un forte supporto all’economia reale. Circa 48 miliardi di euro di nuovo credito a medio-lungo termine, con 30 miliardi in Italia, di cui circa 27 miliardi erogati a famiglie e piccole e medie imprese. Circa 2.250 aziende italiane riportate in bonis da posizioni di credito deteriorato nei primi nove mesi 2024 e circa 143.000 dal 2014, preservando rispettivamente oltre 11.000 e oltre 715.000 posti di lavoro.

«Intesa Sanpaolo è un’istituzione al servizio del Paese: realizziamo il principale progetto di coesione sociale, per promuovere una società più equa in modo strutturale e concreto: in aggiunta al miliardo del periodo 2018-2021 stiamo realizzando un programma di interventi per 1,5 miliardi di euro entro il 2027 promosso da mille professionisti della banca; oltre 500 milioni sono già stati impiegati», ha ricordato Messina. «Al centro delle nostre strategie e delle nostre prospettive di sviluppo – ha aggiunto - ci sono i clienti, la loro fiducia nella solidità della nostra Banca e nella sua leadership, il forte rapporto con i professionisti al loro servizio per il credito e la consulenza. L’ascolto delle loro esigenze è la nostra priorità».

Acconto sul dividendo da 0,17 euro

Il consiglio di amministrazione di Intesa Sanpaolo ha deliberato la distribuzione di 17 centesimi di euro per azione, come acconto dividendi a valere sui risultati del 2024. Nello specifico il Cda ha deliberato la distribuzione di 3.026.623.985 euro, risultante da un importo unitario di 17 centesimi di euro per ciascuna delle 17.803.670.501 azioni ordinarie. L’acconto dividendi verrà messo in pagamento il 20 novembre 2024. L’acconto dividendi per azione, rapportato al prezzo di riferimento dell’azione registrato al 30 novembre, corrisponde a un rendimento (dividend yield) pari al 4,3%.

Ridotta l’esposizione verso la Russia

L’esposizione di Intesa Sanpaolo verso la Russia è in ulteriore riduzione, diminuita di oltre l’87% (circa 3,2 miliardi di euro) rispetto a fine giugno 2022 e scesa allo 0,1% dei crediti a clientela complessivi del gruppo. Lo rende noto il gruppo bancario guidato da Carlo Messina nella nota dei risultati dei primi nove mesi. I crediti cross-border verso la Russia sono in larga parte in bonis e classificati a Stage 2.

L’accordo con i sindacati

L’accordo sindacale firmato a ottobre con Intesa Sanpaolo prevede entro il 2027 4mila uscite volontarie e, entro il primo semestre 2028, 3.500 assunzioni di giovani, di cui 1.

500 come Global Advisor per le attività commerciali nella rete in particolare nel Wealth Management & Protection, dal quale derivano oneri nell’ordine dei 500 milioni di euro al lordo di imposte e 350 milioni al netto da contabilizzare nel quarto trimestre 2024.

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