Trump, i dazi e la fine della globalizzazione

L’analisi dello scenario dei mercati di Mario Unali (Kairos). Il consiglio: non farsi prendere dal panico, dalle crisi nascono opportunità

Trump, i dazi e la fine della globalizzazione
00:00 00:00

Nel marzo 2020 fu la pandemia a spiazzare i mercati. Oggi, a far tremare investitori e listini è la nuova ondata di dazi imposti da Donald Trump. Il ritorno a una politica commerciale aggressiva da parte degli Stati Uniti ha riportato in primo piano paure che sembravano archiviate: vendite a raffica, asset rifugio sotto pressione, volatilità alle stelle. “L’entità smisurata delle tariffe e l’apparente determinazione della Casa Bianca nel perseguire un aumento delle entrate fiscali a ogni costo hanno sorpreso gli investitori, che si aspettavano misure rilevanti ma gestibili”, osserva Mario Unali, head of Investment Advisory di Kairos. Le aspettative erano ben diverse: una manovra strategica, utile ad aprire tavoli negoziali con le principali potenze commerciali, come la Cina o l’Europa. Ma la realtà si sta dimostrando ben più complessa. “L’amministrazione Usa ha adottato una postura marcatamente più aggressiva rispetto al passato”, avverte Unali. Il rischio è quello di una vera e propria guerra globale dei dazi, con effetti a catena sull’economia reale.

Un cambio di rotta è possibile?

Trump, si sa, non è nuovo a ripensamenti improvvisi. Tuttavia, almeno per ora, le sue dichiarazioni pubbliche lasciano intendere una linea dura. Dietro le quinte, però, il peso dei mercati potrebbe farsi sentire. La “soglia del dolore” si avvicina: ulteriori ribassi delle borse – dove si trovano i risparmi e le pensioni di milioni di americani – rischiano di compromettere il consenso politico.

In questo contesto l’intervento della banca centrale potrebbe diventare cruciale. Tagli ai tassi sono visti sempre più probabili dagli investitori. Ma per evitare una crisi globale, sarà fondamentale riaprire i canali della diplomazia economica.

“La sopravvivenza del modello globalizzato passa dalla capacità di tornare a un dialogo costruttivo tra le grandi economie”, sottolinea Unali.

Cosa fare sui mercati?

Nel frattempo, come muoversi in un contesto così incerto? I bond tornano centrali nella strategia difensiva: beneficiati sia da un possibile rallentamento economico sia da tassi in calo. L’azionario, invece, richiede sangue freddo.

“Le azioni di molte grandi aziende americane, pur in piena salute, hanno subito cali tra il 15% e il 20%. Le vendite sono state indiscriminate, e la protezione dei portafogli oggi costa cara”, evidenzia Unali.

La parola d’ordine è attendere: niente corse all’acquisto, ma nemmeno panico.

La storia insegna che nei momenti di massima paura si aprono le migliori opportunità. Come già avvenuto nel post-pandemia, chi saprà leggere con lucidità la fase attuale potrà cogliere occasioni preziose.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica