Pierluigi Bonora
da Milano
La Consob punta i fari sullIfil. Lorgano di controllo della Borsa ha messo nel mirino la complessa operazione finanziaria con cui la holding si è assicurata il mantenimento del controllo della maggioranza del gruppo Fiat al 30,6% del capitale. Una richiesta di chiarimenti è partita in direzione di Ifil e Giovanni Agnelli & C, come integrazione della nota ufficiale diramata dalla holding laltra notte. Sembra che in viale Matteotti siano pronti a fornire tutte le informazioni già da oggi stesso, in anticipo rispetto al termine di lunedì mattina posto dallAutorità.
I dubbi della Consob riguarderebbero, in particolare, le date delloperazione. Lautorità della Borsa intenderebbe fare luce sui movimenti del titolo Fiat negli ultimi mesi e sui tempi delloperazione condotta con il contributo di Merrill Lynch. A storcere il naso sarebbero state alcune banche visto il prezzo (6,5 euro ad azione, per complessivi 535 milioni di euro) pagato da Ifil alla finanziaria lussemburghese Exor, decisamente inferiore a quello che devono sborsare gli istituti futuri azionisti (10,28 euro) in base a quanto previsto dal contratto di convertendo del settembre del 2002. La differenza di quasi 4 euro a titolo non sarebbe stata gradita da qualche istituto. Il segnale che viene dalla famiglia Agnelli, fanno comunque notare alcune fonti bancarie, è un segnale positivo: evidenzia che gli Agnelli puntano sul rilancio del Lingotto. Così le strategie delle banche che il 20 settembre entreranno nellazionariato della Fiat seguiranno strade differenti.
Allindomani del consiglio di amministrazione che ha deciso di compensare gli effetti diluitivi del convertendo sulla quota in mano allIfil, il titolo del Lingotto ha chiuso con un ribasso del 3,29% a 7,475 euro e scambi elevati, pari a 46 milioni di pezzi (circa il 5,7% del capitale) contro una media giornaliera dellultimo mese di 16,2 milioni. In compenso, la holding guidata da Gianluigi Gabetti ha invece messo a segno un progresso del 2,07% a 3,77 euro, dopo aver toccato il nuovo massimo dellanno a 3,87 euro. Sullazione non ha pesato la notizia che Standard & Poors ha posto sotto osservazione con implicazioni negative il rating di A- sul debito a lungo. «Siamo preoccupati del fatto che, dopo linvestimento annunciato, la quota Fiat occuperà il 48% del portafoglio di partecipazioni di Ifil», ha commentato lanalista di S&P, Xavier Buffon, nel comunicato dellagenzia. «Questo - ha aggiunto - incrementerebbe sia la concentrazione del portafoglio dellIfil sia lesposizione verso il merito di credito di Fiat, riducendo allo stesso tempo la liquidità complessiva del portafoglio». Sempre S&P avrebbe visto con maggiore favore una presenza più forte delle banche nel capitale del Lingotto perché, come ha rilevato Nicolas Bauduin, «se per Fiat si presentasse un problema di liquidità sarebbe meglio avesse alle spalle dei soci bancari, dal momento che lIfil ha meno mezzi delle banche».
La mossa della holding, secondo lagenzia, «non avrà implicazioni negative sul giudizio della Fiat».
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